Tra insulti e minacce, Zaira Bartucca parla pure fantomatici «prestanome» di Gayburg


È attraverso una lunga serie di messaggi pubblicati sul suo canale Telegram che Zaira Bartucca è parlare di noi. La signora sostiene che lei sarebbe vittima di chi osa contestare quella che lei sostiene sarebbe la sua verità, forse ignara che in democrazia è lecito esprimere dissenso o sottolineare la palese falsità di alcune sue dichiarazioni.
Ad esempio la signora ha pubblicato numerosi articoli in cui giura che gayburg sarebbe di proprietà di un ragazzo che noi non conosciamo. Sarà nostro un diritto poter dire che non è vero o dobbiamo far finta sia vera la "verità" che lei si è inventata spergiurando il falso? E non certo colpa nostra se lei teme di essere danneggiata nella sua carriera quando chi subisce notizie false osa smentirle.

La signora scrive:

Dal 2018 - anno della fondazione di Rec News - sono oggetto delle sgradite attenzioni di una cupola online composta da spin doctors, giornalisti che fanno incetta di fantomatiche donazioni dei "lettori", manovalanza social e soggetti che riempiono siti spazzatura per vedersi premiati ecomicamente tramite piattaforme opache.
Costoro - vigliacchi che agiscono su committenza e nell'ombra, con la consapevolezza di stare facendo qualcosa di illecito - hanno deciso di farmi pagare la mia indipendenza e la mia libertà di pensiero sguinzagliandomi contro una macchina del fango violenta e fasulla.
I loro strumenti sono le costanti invettive diffamatorie, la manipolazione dei motori di ricerca a fini denigratori e per provocare un danno di immagine, l'utilizzo di bot e di siti e aggregatori che spammano contenuti, la creazione di profili falsi in cui viene usata la mia identità, il mail-bombing, il ricalco dei miei contenuti per provocarmi un danno di visibilità, ecc.

Se i riferimenti sono molto poco chiari, è presumibile che la signora attacchi i fact-checker di Facta che hanno sbugiardato alcune sue notizie, quel Google che lei sostiene non dovrebbe poter diffondere i contenuti di altre fonti e probabilmente anche noi, dato che la signora ci accusa di "diffamarla" perché abbiamo sbugiardato le false informazioni su Gayburg che ha pubblicato sul suo sito.

Ma ovviamente lei dice che la gente avrebbe "paura" di lei, anche se sinceramente è assai più probabile che si debbano temere personaggi molto più in vita di lei. Ed è a quel punto che parrebbe vantarsi di quegli "articoli" che ha scritto contro di noi:

Il motivo è presto detto: sono libera e dico quello che penso, che so, che vedo, che sento e che scopro, quindi faccio PAURA a questi signori perché scompagino con i fatti, con i documenti e con la logica la loro narrativa debole e asservita, votata a un ipocrita politicamente corretto. Su di uno di questi soggetti (uno dei manovali) abbiamo anche scritto degli articoli, e non appena possibile inizieremo anche con gli altri.
La cosa interessante da notare è che le campagne di diffamazione che subisco io NON sono riservate a personaggi più in vista di me che hanno assunto posizioni talvolta estreme su temi di attualità e sono impegnati nelle manifestazioni di piazza, né ai gestori di siti di presunta controinformazione che vengono indicati dal mainstream come il punto di riferimento di determinate galassie politiche e sociali.
Su di loro niente, manco una virgola, sia fatta eccezione per le inchieste, gli articoli e i servizi tv del mainstream che hanno il chiaro intento di fare pubblicità subliminale.
La casa madre, la "matrice", è sempre la stessa: quella che mette insieme il partito unico e le sue consorterie, gli inquinatori dei pozzi, i disinformatori compulsivi pagati a cottimo, i gatekeepers e i finti fact-checkers. Alcuni di loro hanno una doppia vita (un'immagine pubblica e una da scantinato) e sono impegnati a farsi una finta guerra, solo per distribuire un po' di fumo e per beneficiare del rimpallo di visibilità.

Lanciando accuse che sinceramente non si capisce da dove arrivino, incalza:

Questi vigliacchi che pretendono di schermarsi dietro un comodo quanto illusorio anonimato (mentre io sono qui con il mio nome, le mie parole e la mia faccia) hanno pubblicato contro la mia persona oltre 500 articoli e post social in cui vengo accusata di avere a che fare con partiti di ispirazione fascista, di commettere reati informatici, di aver compiuto minacce, di ricevere finanziamenti esteri, di aver consegnato dati personali a gruppi di estremisti, di aver incoraggiato gruppi di persone con il fine di provocare danni fisici a chicchessia, di violare le regole del mio ordine professionale di appartenenza e chi più ne ha più ne metta.

Insomma, fantasie in cui non fornisce prova. Ad esempio, il suo dire che sarebbe stata accusata di aver «consegnato dati personali a gruppi di estremisti» parrebbe riguardare l'operato del suo compagno, nonché co-direttore del suo sito, che diffuse nomi falsi di presunti autori di Gayburg a Blocco Studentesco e Forza Nuova (e quindi, oggettivamente, a gruppi di estrema destra). Ci vuole vietare di poterlo dire?

Presumibilmente diffamando il povero ragazzo che da anni è al centro delle sue invettive sulla base delle fake-news che lei ha creato, prosegue:

Le parole hanno un peso, anche se si tratta di contenuti fasulli come una banconota da 30 euro che trasudano incoerenza, disonestà e malafede e anche se chi le ha scritte su commissione è un caso umano.
Avere problemi personali non dà il diritto di rovinare la vita delle persone,né di fraintenderle continuamente e di dipingerle per quello che non sono. Né dà questo diritto al gregge che dà lavoro a questi elementi.

A quel punto pare passare ad insultare il sindaco di Riace:

La verità è che i protagonisti delle mie inchieste e di un libro, oggi rischiano oltre 13 anni di carcere, e ad almeno la metà ambisce chi continua a diffamarmi.
La verità che sa chi mi conosce personalmente è che non ho mai commesso un reato, non ho mai subito processi e non ho mai avuto alcun tipo di richiamo o sanzione dall'Ordine dei giornalisti. Svolgo il mio lavoro con la massima attenzione verso la deontologia, i documenti e la verifica delle fonti, dopo tanti anni trascorsi sul campo, dopo alcuni premi giornalistici e dopo tantissima formazione di settore.
Chi sostiene il contrario fa in realtà il mio bene, perché quanto prima dovrà risarcirmi per aver pubblicato tutti questi contenuti inqualificabili.

Mischiando fatti che parrebbero citati a caso, dato che non si capisce cosa dovrebbe c'entrare Millo Lucano con Gayburg, inizia a dire che lei sarebbe nel giusto mentre perché sinora non è ancora stata rinviata a giudizio. Peccato che il fatto non sia ancora stata rinviata non significa che mai lo sarà, dato che generalmente i rinvii a giudizio avvengono dopo i fatti che li riguardano:

Dopo quasi 4 anni ho imparato - anche grazie all'aiuto dei miei legali e delle stesse Forze dell'Ordine, che ringrazio per i passi avanti compiuti negli ultimi mesi - a prendere a cuor leggero la persecuzione che sono costretta a subire ogni giorno, certo senza con questo poter cancellare tutti i danni salutari (documentati), professionali e reputazionali subiti.
Posso comunque dire che il tentativo di annullarmi lavorativamente, di sbarrarmi la strada e di zittirmi, è fallito, e fallirà sempre.
Così come fallirà il progetto di togliermi la credibilità che in 11 anni mi sono guadagnata sul campo.
Chi non conosce la mia attività può leggere i miei articoli e le mie inchieste, e chi rischia di cadere nei tranelli di questa gentaglia misera può guardare il certificato del mio casellario giudiziale, che è stato pubblicato online per le amministrative di Roma e ripropongo in basso.
Non sono mai stata oggetto di alcun provvedimento di natura penale, civile o amministrativa, mentre i protagonisti delle mie inchieste che oggi si trovano a dover restituire quasi un milione per reati compiuti anche ai danni dello Stato non possono dire lo stesso. Su questo, ovviamente, non una parola da parte di chi offende (è chiaro il motivo) il mio lavoro.

Inizia poi a dire che lei rinnega la sua candidatura con Sgarbi, quasi come se la fine delle elezioni possa autorizzarla a negare che avrà pur condiviso il loro negazionismo se si è candidata con loro:

Un'ultima precisazione: quest'anno mi è stato chiesto di candidarmi al Comune di Roma con Rinascimento Sgarbi, e ho accettato. È un'esperienza conclusa e completamente accantonata. Ne ho denunciato anche le ambiguità e i brogli elettorali. Mi sono dissociata anche formalmente sui social dalle incoerenze di Sgarbi e del suo partito, quindi gradirei non essere utilizzata a pretesto pubblicitario: non sono "la candidata di", tanto più che le elezioni sono finite da un pezzo.
Poi questi giochetti subdoli dei detrattori puri, di chi prova a infiltrarsi e dei finti amici ormai sono belli che sgamati: è solo questione di tempo e anche questa baracca cadrà, come ne sono cadute altre in questi mesi sotto i colpi di alcune Procure.
Sarò felice di aver dato il mio contributo a tutela - come sempre - della verità e dei fatti.

Se è nostro profondo interesse che le Procure accertino la verità e pongano fine alle false informazioni pubblicate dalla signora Bartucca contro di noi e contro alcuni nostri lettori da lei perseguitati, apprendiamo oggi di un altro messaggio pubblicato lo scorso ottobre su Telegram in cui la signora afferma:

Oggi quale parte danneggiata ho fornito sommarie informazioni alla Polizia Postale. L'ambito di riferimento è il procedimento penale per diffamazione aggravata e atti persecutori che si è instaurato dopo la querela (una delle tante) che ho sporto il 2 aprile c.a. contro un sito di disinformazione e propaganda progressista.
Tale sito in 3 anni e mezzo ha pubblicato oltre 500 contenuti falsi e diffamatori (tra articoli, post social e commenti, senza contare le decine di migliaia di contenuti generati dai bot per inquinare i motori di ricerca) in cui vengo calunniata, accusata di vicinanze a partiti di ispirazione fascista e associata con insistenza calcolata a termini quali "bufale", "bugie", "notizie false", "fake news".
Il fine ultimo ed evidente di tali contenuti fasulli, sessisti e incentrati sui discorsi d'odio, è colpire la mia attività giornalistica libera, indipendente e concentrata su inchieste documentate e scomode per qualcuno.

No, sinceramente ce ne frega poco di come lei scriva articoli contro i vaccini e quando ne abbiamo parlato è stato per contestualizzare quale fosse la "fonte" da cui arrivavano certe affermazioni altamente diffamatorie. A noi interessa solo affermare la verità e precisare che le affermazioni da lei scritte sono frutto di fantasia, quindi prive di qualsivoglia fondamento.

Prosegue la signora:

A essere colpiti sono tutti i miei articoli, tutti i miei post social e gli articoli pubblicati sul sito che dirigo, compresi quelli che non sono attribuibili a me. Eclatante l'invettiva contro il prof. Gunter Pauli, l'economista belga ideatore della Blue Economy ferocemente attaccato negli scorsi mesi perché si è permesso di pubblicare per Rec News un editoriale a sua firma.
Sono a conoscenza del lavorío di alcune logge, di alcuni partiti e meta-partiti che tentano di colpire le voci scomode, e sono risoluta a tutelarmi di fronte alle loro mosse lesive e vigliacche.
Fanno parte di questa associazione a delinquere online che conta anche su sedi fisiche travestite da altro, su comunicatori e su spin doctors più o meno in vista, anche alcuni falsi amici ormai sgamati e diversi gatekeepers, che fanno troppo affidamento sulla credulità popolare e su mezzi in realtà modesti e poco avanzati dal punto di vista tecnologico.
A seguito dei rilievi effettuati, sono stati rintracciati per il momento 2 soggetti: uno presunto titolare del dominio incriminato, e uno collegato alle attività del dominio, oltre che possibile autore e "prestanome".

Un prestanome? Ma sta scherzando? Diffondere ancora una volta false informazioni non le fa onore dato che Gayburg non ha alcun "prestanome" e la polizia postale può contattarci come e quando vuole. Eppure lei insiste:

Il solito gioco dello scaricabarile per fare sparire i responsabili, nascondere tutto sotto il tappeto e fare in modo che la diffamazione continui a trovare terreno fertile e non venga cancellata (con la compiacenza degli insiders che si preoccupano di fare da scudo) questa volta non funzionerà.
Chiedo che ognuno abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e soprattutto chiedo di fare un passo indietro rispetto ai piani di delegittimazione della mia figura professionale, politica, sociale ed umana.
In caso contrario io non mi preoccuperò di non dover procedere sui casi umani, perché si tratta di gente che in maniera consapevole ha rovinato la mia reputazione, il mio lavoro e la mia salute, come avrò modo di documentare in fase di dibattimento aggiungendo particolari inediti sugli input esterni ed interni che queste "risorse" hanno ricevuto.

Immaginiamo che i «casi umani» saremmo noi, con la signora Bartucca che parrevve volerci insultare e diffamarci parlando di imprecisate «risorse» che dice riceveremmo. Ci piacerebbe sapere quali sarebbero, dato che lei sostiene esistano. Fatto sta che lei riparte:

In alcuni casi si tratta dei "falsi amici" che citavo prima. Persone che ipocritamente scodinzolano vicino e poi cospirano alle spalle o si vendono per il solito piatto di lenticchie, perché non intendono avere concorrenti in quella che in maniera miope considerano la loro ascesa politica. Un'ascesa in cui non c'è spazio per il cittadino e per la risoluzione dei problemi, ma solo per l'accrescimento del potere personale e per il raggiungimento dell'agognata poltrona.
In altri casi si tratta di soggetti che mi hanno augurato e continuano ad augurarmi i mali peggiori, e che io ritengo socialmente pericolosi a causa del loro fanatismo estremo e delle loro teorie volte al disprezzo dell'Innocenza dei bambini.
Persone discutibili, ma niente di più che le "braccia" dei mandanti materiali. La manovalanza che agisce su commissione che pure dovrà rendere conto, ma una parte di un tutto più complesso.

Ci dica la signora, esattamente chi sarebbero queste persone che sosterrebbero «teorie volte al disprezzo dell'Innocenza dei bambini». Faccia i nomi in modo da assumersi le responsabilità penali delle sue affermazioni.
Dicendo che la libertà di critica offenderebbe la sua «libera espressione» che include anche l'invenzione di nomi falsi, è presumibilmente definendoci «manipolo di vigliacchi prezzolati» che conclude:

Non esiterò - se non dovessi essere tutelata nei miei diritti e dunque se la macchina del fango non dovesse cessare, se non dovessi ottenere adeguati risarcimenti e se non si verificasse la cancellazione dei contenuti falsi e diffamatori e la loro irreperibilità sui motori di ricerca - ad aiutare il prosieguo del lavoro delle FF.OO. fornendo altri dettagli su quanti stanno tentando di impedirmi la libera espressione, l'esercizio del mio diritto di critica e l'espletamento del mio dovere di cronaca.
Vi invito - se ne avete il coraggio e se siete in grado di sostenere le vostre idee e le vostre posizioni - a giocare sul terreno del dibattito e del confronto aperto. Io sono qui con il mio nome e la mia faccia mentre voi, manipolo di vigliacchi prezzolati con le vostre nuove leve pagate a cottimo, non avete altro che la diffamazione anonima da scantinato di chi non la pensa come voi e di chi ha onestà intellettuale e non si vuole piegare, come avete dovuto fare voi suscitando l'intimo disprezzo di voi stessi.

Chi disprezzerebbe cosa? Ma di cosa sta parlando? E se le indagini sono secretate, perché la signora Bartucca diffonde presunti informazioni su quelle indagini?
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