Il partito di Adinolfi insiste: per la terza volta invita a picchiare le donne trans negli spogliatoi


La propaganda delle destre populiste si fonda sul ripetere sempre le stesse cose perché, come loro stessi dichiarano, una bugia ripetuta all'infinito inizia ad essere percepita come une verità.
È questo il motivo per cui Adinolfi offende le vittime di segregazione sostenendo che lui sarebbe «vittima di apartheid» perché non vuole assumersi le responsabilità delle sue scelte o per cui i loro attacchi squadristi alla dignità della persona avvengono sempre sotto una regia comune gestita dalle lobby evangeliche statunitensi di estrema destra.
Da settimane, i loro sforzi sono orientati a molestate una donna trans, sostenendo che le sue vittorio li legittimi a calunniarla, diffamarla e ad inventarsi teorie ascientifiche basata unicamente sul pregiudizio. Quindi non stupisce che la signora Sara Reho, dirigente del partito omofobo di Adinolfi, abbia scritto ripetuti messaggi in cui insulta Lia Thomas e invita i camerati a picchiarla.

Nota per l'efferata violenza anticristiana dei suoi continui attacchi alla dignità delle donne trans, la signora Reho si inventa che Lia sia «un nuotatore» maschio che avrebbe cambiato sesso solo per vincere qualche gara. In particolare, dice che lei avrebbe deciso quella teoria diffamatoria perché non le sta bene possano esistere donne trans lesbiche, motivo per cui giura che ci sarebbero uomini che si renderebbero vittima di molestie, soprusi e attacchi per poter essere sé stessi nonostante avrebbero potuto fingersi uomini eterosessuali.
Ovviamente si inventa che l'essere stato maschio poterebbe vantaggi, esattamente come i suoi avi chiesero che ai neri fosse vietato praticare sport perché loro si erano inventati che i loro corpi fossero diversi. Insomma, sono tutte illazioni ascientifiche basate sul razzismo e sul pregiudizio.
Passa poi a starnazzare che le donne trans dovrebbero fare la doccia vestiti, forse sperando che le sue pruriginose fantasie sessuali sui peni maschili possano fare leva sul bigottismo dei suoi elettori. E conclude inventandosi che le donne trans sarebbero tutte potenziali stupratrici.

Dato che un'accusa di stupro non è un gioco, provoca un certo ribrezzo la leggerezza con cui la signorina Sara Reho si permette di calunniare una donna onesta inventandosi accuse tanto infamanti. Perché se lei dice che basta che sia possibile commettere un reato per lanciare accuse tanto gravi, allora possiamo dire nel suo nome che la signora Sara Reho invita a non portare i bambini in chiesa perché sostiene che tutti i preti siano potenziali pedofili come quelli che applaudivano il suo Adinolfi al congresso leghista di Milano?
Ed ancora, per la terza volta, la signora Reho invita gli intolleranti a commettere reati a a picchiare le donne trans che oseranno usare uno spogliatoio contro il suo volere:



Invitare qualcuno a commettere reati a picchiare qualcuno non è lecito. E non è lecito che lei pretenda che delle donne siano considerate uomini solo perché lei vorrebbe provare altri cittadini del loro diritto di esiste.

Ora sarà nostra cura chiedere alla federazione Kung Fu se sia normale che una loro allieva si alleni in pratiche di attacco con il dichiarato obiettivo di andare negli spogliatoi ad aggredire e picchiare le persone a cui lei vorrebbe negar ogni rispetto. Perché insegnare una pratica che può provocare danni a chi dice di volerla usare per compiere aggressioni non pare lecito:



Ovviamente l'auspicio è che la Procura intervenga. Perché se è pur vero che servirebbe una denuncia di Lia per indagare Sara Reho per stalking e diffamazione aggravata, il suo invito a commettere reati e ad aggredire qualunque donna trans usi uno spogliatoio pare un reato che mette a repentaglio la sicurezza di molte cittadine oneste.
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