Mirko De Carli si è rifiutato di fare acquisti all'Ikea perché in quei negozi rispettano la legge


Mirko De Carli, in qualità di dirigente nazionale del partito omofobo di Mario Adinolfi, ha iniziato ad indossare la maglia del no-vax non appena il suo capo ha impartito l'ordine di ricorrere un elettorato di estrema destra che negasse la scienza epidemiologica. Da quel giorno, si è messo a sostenere che il doversi assumere le conseguenze delle proprie scelte sarebbe «apartheid», nonostante paia imbarazzante il loro voler mettere sullo stesso piano chi subiva discriminazioni sulla base di caratteristiche naturali e chi non non vuole assumersi le responsabilità dell'aver consapevolmente scelto di costituire un pericolo per gli altri.
Proseguendo in quella narrazione, oggi racconta che lui si sarebbe rifiutato di fare acquisti all'Ikea perché in quei negozi rispettano la legge. E appare molto preoccupante che un aspirante sindaco a Riolo Terme sostenga pubblicamente che va punito chi opera nella legalità a posto di fare come il suo Adinolfi che si vanta di aver violato la legge sull'obbligo vaccinale, poco chiara è anche la sua curiosa teoria sul fatto che il cronavirus non si trasmetterebbe solo quando si fanno acquisti di piacere e non quando di compra presunto materiale da lavoro.
La sua conclusione è che se lui lui ritiene troppo faticoso mostrare un certificato vaccinale, allora significherebbe che bisognerebbe garantire che i non vaccinati possano mettere a repentaglio la salute altrui.



Se è ovviamente ininfluente il fatto che lui sia vaccinato, dato che quel dettaglio non gli conferisce il diritto di parlare a nome di chissà quale categoria, interessante è come formuli la sua propaganda. De Carli parla sempre di un imprecisato "loro" che lui dice ci "imporrebbe" qualcosa, creando quel "noi contro loro" che fu alla base della propaganda fascista. Cerca di creare un nemico che formi radicalizzazione, confidando che la creazione di tensioni sociali offra posto per chi si vuole proporre come il capo di una qualche frangia.

Risulta inoltre curioso che De Carli voglia fare acquisti all'Ikea, dato che al "family day" di Gandolfini promisero di fare guerriglia ai loro negozi perché ritenuti non discriminatori verso le persone lgbt. E passò alla storia quel Maurizio Gasparri che, in qualità vicepresidente del senato, prese parola sul palco del Circo Massimo per urlare: «Con gli ultimi tovagliolini che ho di Ikea in casa, mi ci pulirò il sedere e dopo l’uso li rimando al proprietario».
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