One Million Moms si dice furiosa per la pubblicità che mostra due gay che mangiano toast


One Million Moms è un gruppo anti-gay che potremmo considerare come la Provita Onlus statunitense. Mentre il nostro Jacopo Coghe raccoglie firme per chiedere che la polizia del pensiero vieti a Drusilla Foer di poter esprimere vicinanza a quei diritti umani che sono costantemente la centro della sue guerriglia contro la vita, le famiglie e la dignità cristiana, la loro Monica Cole viene finanziata dall'American Family Association per raccogliere firme contro qualunque pubblicità non risulti espressione delle sue fantasie sessuali.

Questa volta la signora Cole si è scagliata contro la pubblicità del sito di incontri eHarmony Australia per la presenza di una coppia gay che si prepara un toast.
Dice si sentirsi «offesa» nel suo intimo perché lei ritiene che il sito «sta pubblicizzando i propri servizi con un nuovo spot del gay pride». Ovviamente il Pride non c'entra nulla, ma lei insiste nello starnazzare istericamente che quello sarebbe «un tentativo di normalizzare e glorificare lo stile di vita lgbt presentando una coppia omosessuale che si abbraccia, si nutre e si asciuga la bocca».
Appreso che lei non vuole che i gay possano mangiare, ha concluso dicendo che il sito starebbe «promuovendo le relazioni tra persone dello stesso sesso e, su questo argomento controverso, non cercano di rimanere neutrali nella nostra guerra culturale».
Insomma, la signora Cole ha volito ripetutamente offrire falsa testimonianza raccontando falsamente che l'orientamento sessuale sia uno «stile di vita», che la natura sia «controversa» e che sarebbe in atto una «guerra» che però parrebbe coinvolgere solo lei e i suoi colleghi talebani in un loro scontro con il mondo civile.
Il successo della petizione parla sa sé, dato che la signora Cole ha trovato meno di 8.000 persone disposte a sottoscrivere quel suo documento in cui dichiara:

Non sto entrando nella tua agenda sociale per spingere l'agenda gay. Il tuo ultimo annuncio offende me e molte altre famiglie conservatrici. Non sono d'accordo con l'agenda LGBTQ+ che stai imponendo a famiglie e bambini nel tuo spot con due uomini gay. Si prega di attenersi alla promozione del proprio sito Web, non di dichiarazioni politiche e sociali.

Ed è in quel delirio che pare di rileggere le stesse teorie che Jacopo Coghe ha scritto nella sua petizione contro la libertà di parola al festival di Sanremo.
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