Uno studio rivela che la maggior parte delle atlete non ha problemi a competere con donne trans


Mentre il partito di Mario Adinolfi invita a picchiare le donne trans negli spogliatoi perché Putin e Pillon si dicono offesi dalla loro esistenza, uno studio ha confermato che la maggior parte delle atlete non ha alcun problema a gareggiare con donne trans in sport femminili.
Nulla di strano, dato che Adinolfi e Pillon cavalcano il pregiudizio mentre le atlete sanno per esperienza che il loro inventarsi fantomatici "vantaggi" sia una bufala. Non a caso anche la retorica razzista della Lega fa maggiormente presa laddove non ci sono immigrati e dove la gente ha paura di ciò che non conosce.
Lo studio, condotto dalla Monash University, ha rilevato che meno di un quarto delle donne crede che “le atlete trans abbiano un vantaggio ingiusto quando competono in una squadra sportiva femminile”. Di contro, quasi la metà degli uomini ritiene che le donne trans abbiano un “vantaggio ingiusto”.
I risultati giungono proprio mentre il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha offerto il suo sostegno ad una legge transfobica che prevedrebbe il divieto alla competizione in sport femminili alle donne trans sulla scia delle norme introdotte nello Iowa, Utah, Oklahoma e Arizona dagli uomini di Donald Trump. Ed anche in Italia la solita lega e Fratelli d'Italia vorrebbero introdurre leggi che possano escludere i gruppi sociali sgraditi alle lobby neofasciste dalla partecipazione allo sport.
Ma mentre le destre usano il pregiudizio, non esiste un solo studio scientifico che non abbia confermato che le atlete trans non hanno alcun un vantaggio rispetto alle donne cisgender. E se Pillon incolpa Lia Thoma di aver osato vincere delle gare, omette di spiegare che l'atleta ha anche perso contro alcune atlete cisgender.
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