Mario Adinolfi continua ad aizzare i suoi proseliti contro Gayburg


Venerdì parlava di «toglierci la pelle», ieri ci ha accusato di avere un «immaginario malato, sessuale e violento, contro le mie bambine» in riferimento ad una citazione dalla Bibbia che riguardava solamente lui e le oscene lettere con cui il suo partito citava il Catechismo per chiedere un divieto ai Pride. Oggi ci accusa di mentire perché abbiamo riportato il numero di votanti indicato dal Ministero degli Interni come affluenza registrata alle ore 23 di ieri sera nel comune in cui lui si era candidato con sua madre e con la sua seconda moglie:



Ci saremo pure sbagliati, ma la sua accusa di essere in malafede appare molto poco gradita, anche perché la tabella citata come fonte era riporta nel post (ma ovviamente è stata omessa nella sua versione della vicenda):



Il dato pareva coerente anche con i dati del referendum, per i quali il Ministero riporta che dei 586 elettori del comune si siano recati alle urne in 209.



Aizzati da Adinolfi, molti dei suoi proseliti ci hanno ovviamente ricoperto con i soliti insulti, scritti mentre lui era su Rete 4 ad urlare che i gay sarebbero «fascisti» perché rivendicano diritti che lui non è disposto a concedergli:





Ovviamente arrivano pure le solite battutine da omofobi:



In passato le invettive di Adinolfi portarono alcuni suoi seguaci a dichiarare sulla sua pagina di volerci uccidere con «un bel calibro 12 a pompa» o che si offrivano di «organizzare una spedizione punitiva» in stile Charlie Hebdo.
3 commenti