Pillon nega il femminicidio e cerca di portare gli autori di un blog maschilista in Senato

Il senatore Pillon nega l'esistenza del femminicido, sostenendo che il fenomeno della violenza contro le donne sarebbe quasi inesistente perché ci sarebbero «tante denunce e poche condanne». Lui ne deduce che il problema non sia il dover provare ciò che accade nelle abitazioni private, ma che ci sarebbero molte donne cattive che si inventerebbero violenze inesistenti. Ed è per dimostrare quella sua tesi lui ha preteso l'audizione di due personaggi noti per negare il loro opporsi al contrasto della violenza contro le donne.
Asserendo che la violenza sulle donne sarebbe "ideologia" e che lui accusa la sinistra di occuparsi di temi che poco interessano alle destre, scrive:

Fabio Nestola e Davide Stasi sono due attori del blog La Fionda, un sito maschilista ed omofobo che appare ferocemente impegnato nella promozione della misoginia. Ed è in merito all'intervento della senatrice Valente che i due ringraziano Pillon per il suo endorsement, asserendo che loro vogliono «esprimere un parere sull'ennesima proposta di legge repressiva e antimaschile attualmente in discussione». Accusano così alcune «alcune kapò femministe con evidenti problemi di gestione della rabbia e dell’odio» di aver osato contestare la loro partecipazione in quota Lega.

I signori che Pillon voleva portare in Senato sono i gestori di questa roba qui:

Usando la sua consueta propensione alle minacce, Davide Stasi dice chelui dovrebbe denunciare la senatrice, ma lui si guarderà bene dal farlo dato che davanti ad un giudice dovrebbe portare motivazioni e non invettive:

In tanti mi sollecitano ora a querelare la Senatrice Valente per diffamazione aggravata. Naturalmente non lo farò. E non lo farò per un motivo ben preciso. Non è la prima volta che la Senatrice mi diffama su Facebook. Nel 2019 scrisse sulla pagina dei senatori PD che avevo sfregiato una donna con l’acido. Vero che poi ritrattava, ma lo faceva in una delle centinaia di commenti sottostanti al post: una marcia indietro pressoché invisibile rispetto al post stesso. Naturalmente feci querela, senza preoccuparmi dello scudo dell’immunità di cui gode la Senatrice: tanto palese era il reato che immaginavo ci sarebbe stato almeno un rinvio a giudizio. Così accadrebbe in ogni paese normale, con una magistratura davvero indipendente. Invece i magistrati archiviarono clamorosamente, per due volte. Dunque a che pro querelare di nuovo la Senatrice Valente per le inqualificabili e false (guarda caso) accuse che mi rivolge?

Se i giudici hanno ritenuto false e non motivate le sue accuse, con quale diritto questo signore accusa di reati penali una senatrice ritenuta innocente dinnanzi ai giudici? L'augurio è che possa essere querelato per diffamazione, anche perché non sarebbe la prima querela che la loro setta riceve.

La senatrice aveva semplicemente contestato la decisione di Pillon di invitare in ambienti pubblici alcuni soggetti noti per opinioni estremiste contro le donne:

Pillon dice che quella sua una "fake news", eppure lui stesso pare confermare che i suoi due amici siano impegnati nel negare il fenomeno della violenza contro le donne.


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