Adinolfi continua ad inveire contro la Pascale, sostenendo che i gay sarebbero «la lobby più potente d'Italia»


Sono ormai ore che Mario Adinolfi non fa che altro insultare e denigrare le nozze tra Francesca Pascale e Paola Turci. Se nel pomeriggio ha tentato di accusare la Pascale del reato penale di ricatto, ora si inventa che qualcuno l'avrebbe «letteralmente massacrata». Peccato che il fatto che la Pascale sia viva e vegeta renda assai improbabile che il suo termine possa essere ritenuto «letterale».
E dato che Adinolfi ama sostenete che esisterebbe una fantomatica "lobby gay" esattamente come i nazisti si inventarono una "lobby ebraica", sostiene persuno che la Pascale si sarebbe «ufficialmente affiliata alla lobby più potente del Paese». Curioso, dato che non ci risulta che la Pascale frequenti anche un qualche vescovo o cardinale, ossia i membri della lobby più potente del mondo. Perché se si stesse riferendo ai gay, come spiega che la «lobby più potente del Paese» non riesce manco a far approvare una banale legge contro l'omofobia che riconosca i reati d'odio come tali?

Fatto sta che il fondamentalista scrive:



In realtà la Pascale non è diventata più simpatica ma, semplicemente, agli altri non frega nulla di inveire contro i suoi gusti sessuali. Ed ovviamente, nonostante lui spergiuri esisterebbe una potentissima "lobby", la Pascale e la Turcinon hanno nemmeno potuto sposarsi, ma solo unirsi civilmente.

Potremmo poi osservare che nel 2013 era sempre lui a "massacrare" la Pascale, anche se oggi se la prende con un imprecisato "loro":

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