Provita Onlus accusa il Bologna Pride di «sfruttamento prostituzione» per la loro opposizione alla tratta


Secondo la stampa polacca, la tessera per studenti commercializzata dall'azienda del presidente di Provita Onlus garantiva sconti sulle prostitute di Praga. E non è facile ricordarsi di sue proteste quando il suo Matteo Salvini propose di legalizzare la prostituzione.
Ma dato che tutto fa brodo quando si tratta di istigare odio contro i gay, la sua organizzazione lancia accuse infondate di «sfruttamento prostituzione» perché a lui non sta bene che al Bologna Pride si sia manifestato per i diritti dei sex worker. Diritti che lui dice sarebbero solo «presunti perché lui si oppone a chiunque sostenga che si debba poter decidere del proprio corpo.

Attingendo al loro falso perbenismo da fieri amichetti di Putin, è attraverso i loro soliti comunicati stampa che che l'organizzazione forzanovista scrive:

Con la partecipazione della senatrice Monica Cirinnà, dell'onorevole Alessandro Zan e del sindaco di Bologna Matteo Lepore, tutti esponenti del Pd, si è svolta sabato 25 giugno la manifestazione Rivolta Pride nel capoluogo dell'Emilia Romagna. Oltre alla rivendicazione dei “diritti” Lgbtqi+, è stato posto l'accento in modo molto chiaro sul riconoscimento dei presunti diritti dei e delle “sex worker” e sulla loro "decriminalizzazione". Attraverso il riconoscimento di questi diritti dei sex worker, il Pd vuole nei fatti abolire la legge Merlin e rendere nuovamente legale lo sfruttamento della prostituzione? Se, infatti, si vuole rendere socialmente accettabile vendere il corpo e prestazioni sessuali per soldi, equiparando quella sessuale ad una prestazione professionale qualsiasi, si rischia di togliere ogni base giuridica alla criminalizzazione dello sfruttamento e del favoreggiamento della prostituzione. Il tutto, ovviamente, parlando sempre e solo di “diritti” e mai di “doveri”, una contraddizione per il tanto rigoroso Pd in materia fiscale che dunque non ci spiega come questa vendita del corpo verrebbe tassata.

Peccato che più che una proposta del Pd, quella sia una proposta della Lega:



In realtà non è difficile capire quale differenza passi tra chi sceglie di prostituirsi e quelle schiave sessuali che la mafia obbliga alla prostituzione, amnche se Toni Brandi sostiene che lui non ne capirebbe la differenza.

La frase contestata da Provits Onlus all'interno del documento politico del Pride è questa:

Vogliamo il riconoscimento del lavoro sessuale quando scelto e un reale contrasto alla tratta: le proposte di criminalizzazione che ogni tanto spuntano in parlamento lasciano le persone che lavorano in uno stato di vulnerabilità, mentre i fenomeni di sfruttamento restano ben presenti e ulteriormente invisibilizzati.

Inventarsi che quella richiesta possa essere definita «sfruttamento prostituzione» da parte di chi chiede che tutto resti com'è, con migliaia di donne vittima di tratta, pare commentarsi da sé.
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