Tutto quello che non torna nella storia della madre di Bocelli a cui era stato consigliato di abortire


Nel tentativo di togliere diritti alle donne, il fondamentalismo organizzato risulta già impegnato nel diffondere storie che appaiono assai poco credibili. Ad esempio, il solito Mario Adinolfi tenta di sostenere che la madre di Bocelli volesse abortire perché suo figlio sarebbe nato cieco.
Peccato che sia nato nel 1958 e la Legge 194 sia arrivata solo 20 anni dopo. Eppure ci dicono che dovremmo credere che i medici del suo paesello consigliassero l'illegalità ai loro pazienti ed erano già in grado di diagnosticare un glaucoma congenito nel feto.



Se anche volessimo credere alla storia di Bocelli, ciò non farebbe che dimostrare che l'aborto illegale è sempre esistito e che, di conseguenza, verrebbe praticato anche in presenza di leggi adinolfiniane contro il diritto di scelta delle donne.
Infatti è strano che Adinolfi dica che il fatto che la madre di Bocelli volesse abortire dovrebbe portarci a ritenere che basterebbe imporre le leggi dell'epoca per impedire ogni aborto, dato che il racconto stesso implica che quella è una bugia. E dunque Adinolfi dovrebbe smetterla di promettere che lui imporrà la nascita di ogni fero, dato che al massimo otterrà solo un aumento delle morti delle loro madri. A dirlo è il suo stesso racconto.

Curioso è anche il suo ritorno agli slogan generazionali ripescati dalla sua fallimentare campagna atta a proporsi come segretario del Pd, anche se è un po' curioso vogli attribuire a Trump la sua stessa generazione dato che lui teorizzava che il mondo sarebbe stato cambiato dai «nati dopo il 1970» mentre Trump ha 76 anni ed è del 1946.
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