Adinolfi vuole sanzionare le aziende che fanno timbrare i dipendenti per agevolare i menefreghisti no-vax?


Mario Adinolfi continua a promettere la promozione della prepotenza, giurando che con lui il cittadino responsabile avrebbe dovuto rischiare la vita per poter lavorare dato che lui avrebbe garantito la presenza di potenziali no-vax infetti nei luoghi di lavoro.



In realtà gli sarebbe bastato vaccinarsi o farsi un tampone per poter fare ciò che voleva, anche se lui dice che quello era troppo sbattimento per un tizio a cui mon fregava nulla di poter mandare qualcun altro in terapia intensiva.
Le premesse paiono dunque la solita truffa ideologica, dato che lui mica è un gay che subisce le discriminazioni e le limitazioni alle libertà personali che lui è il primo a promuovere. E ci spiace per Adinolfi, ma prezzo folle lo hanno pagato i familiari dei morti. Non lui e neppure quegli altri irresponsabili che oggi godono dei risultato ottenuti dai vaccini altrui.

Ma se le sue posizioni a sostegno dell'irresponsabilità civile sono tristemente note, più surreale è quanto scrive nel suo nanifesto elettorale:

Combattere e vietare l'utilizzo della tecnologia contro il cittadino. Impedire allo Stato e alle aziende l'uso di qualsiasi tecnologia e l'uso della "identità digitale" al fine di controllare, monitorare, obbligare, indurre o educare a comportamenti specifici il cittadino.

Quindi vietarà le timbrature e lascerà che i no-vax possa andare al lavoro quando ha voglia sanzionando le aziende che usano badge e controlli sugli accessi? E lo farà permettendo i controlli del greenpass, dato che quello non è uno strumento di controllo del cittadino né un'identità digitale?

Ma davvero non c'è nessuno dei suoi proseliti a cui viene da chiedergli che diavolo sta dicendo? Ed è fantastico dica di temere per la sua privacy mentre usa un telefono che traccia la sua posizione per passare il suo tempo su social network che rivendono tutti i suoi dati personali.
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