Cascioli insulta i vescovi per il loro mancato attacco ai diritti dei gay e delle donne


Sono ormai anni che lobby di Riccardo Cascioli attacca il Vaticano, lasciando intendere che loro preferirebbero un Kirill che promette il paradiso a chi ucciderà ucraini nel nome di Putin.
E così il loro Stefano Fontana firma un articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana in cui sostiene:

Intervista molto deludente quella concessa dal cardinale Camillo Ruini ad Aldo Cazzullo e pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, 28 settembre.
Prima di trattare altri aspetti dell’intervista, vorrei entrare subito nel merito dei due punti più dolorosi: Il cardinale ha dato la sua piena accettazione della legge 194 sull’aborto e la altrettanto piena accettazione della legge Cirinnà sulle unioni civili anche omosessuali. Tutti vedono la pesante gravità della cosa.

Se non si comprende quale «gravità» ci sarebbe nel difendere il diritto di scelta delle donne e nel garantire che i gay non siano discriminati più di quanto già non siano, il fondamentalista dichiara:

A proposito del primo argomento il cardinale ha detto: «Spero che la legge 194 sia finalmente attuata anche dove dice che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Con queste improvvide parole egli ha avvalorato la tesi che la 194 è giusta e che deve essere solo completamente attuata. Una tesi purtroppo ormai molto diffusa nella Chiesa, ma insostenibile e inaccettabile: perché quella legge ammette l’aborto che non è mai ammissibile, perché lo riconosce come diritto mentre è un gravissimo torto, perché ha già impedito di nascere a milioni di bambini, perché limitarsi “aiutare le donne che vorrebbero portare avanti la gravidanza” significa riconoscere che, in caso di insuccesso, l’aborto è cosa legittima. Significa anche non tenere conto che le cause dell’aborto sono ben altro da quelle economiche e bloccare qualsiasi progetto di abrogazione della 194.

E qui il tema è importante, perché Fontana sottolinea che il loro interesse non è quello di accompagnare chi ha delle difficoltà, ma obbligare le donne a fare ciò che non vogliono proprio laddove esistano condizioni per cui le scelte non sono legate a fattori economici. Ed è importante che lo dicano, dato che Pillon e altri no-choice amano mentire sul tema e sostenere che tutto si ricondurrebbe solo ad aspetti marginali che non comporterebbero il loro voler capestare laa scelta dei cittadini.

Iniziano poi a dire che a loro non basta che ai gay venga negato il diritto al matrimonio, loro vogliono che ai gay vengano negati tutti i diritti civili. E così Fontana scrive:

Il cardinale non si limita tuttavia a questo, ma approva anche la legge Cirinnà. Alla domanda di Cazzullo sul tema egli risponde: «Le unioni civili dovrebbero essere differenziate realmente, e non solo a parole, dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. Devono essere unioni non matrimoni». Ora, la legge Cirinnà dice proprio questo, quindi il cardinale la approva. La Cirinnà non le chiama matrimoni, tanto è vero che si fonda sull’articolo 2 della Costituzione relativo alle aggregazioni sociali e non sugli articoli su matrimonio e la famiglia.
Il cardinale Ruini è stato presidente CEI fino al 7 marzo 2007. Il 28 marzo di quello stesso anno – sotto la presidenza del “ruiniano”, come allora si diceva, cardinale Bagnasco -, il Consiglio permanente della CEI ha pubblicato la Nota sulle unioni di fatto, in cui si dice che eventuali garanzie e tutele giuridiche delle persone coinvolte, sia in relazioni di fatto eterosessuali che omosessuali, debbano venire risolte sul piano del diritto individuale e mai con il riconoscimento della coppia in quanto coppia.

La tesi della lobby di Cascololi è chiara: se la Meloni de ve essere considerata coppia anche se non sposata col padre di sua figli e se Salvini va considerato coppia mentre cerca ragazzine sempre più giovani, nel caso dei gay va negata esista una coppia e le persone vanno ritenute singoli prive di legami affettivi.
E quindi il loro progetto non serve a creare benessere per i propri proseliti, ma a garantire che i fascisti possano compiacersi di essere riusciti a danneggiare la vita del prossimo sulla base del proprio odio.

Dicendo che la Chiesa non dovrebbe fare politica solo quando non attacca i diritti di donne e gay, Fontana si lamenta che il vaticano non detesti Draghi quanto i gruppi neofascisti:

Il cardinale dice la sua anche su tre tematiche strettamente politiche, che non rientrano di per sé nelle competenze ecclesiastiche. Prima di tutto dà un giudizio assai positivo del governo Draghi e prevede – o auspica – che Giorgia Meloni seguirà la stessa linea. Secondariamente elogia l’Unione Europea e sostiene che essa sia un “bene” per l’Italia. In terzo luogo, si dice a favore di un rafforzamento dell’esecutivo anche nella forma del presidenzialismo. Si tratta di indicazioni politiche, per di più non molto cifrate, per la nuova maggioranza? Quando un cardinale scende a questi livelli di politica politicante si può pensare di tutto.

Non stupisce che Cascioli sia arrabbiato con chi chi difende l'unione Europea, dato che lui è parte di quei gruppi politici di estrema destra che ci vorrebbero isolati e costretti a diventare una colonia di Putin in un regime che calpesti ogni libertà civile in nome di presunti precetti religiosi.
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