Il leghista Pillon ci spiega che lui preferisce gli incesti alle famiglie gay


L'ex senatore leghista Simone Pillon ci spiega che c'è quel Gianfranco Amato che organizzava comizi sul "gender" insieme a Povia dietro al suo recente filone di post. Ed è difficile comprendere dove vorrebbe andare a parare col suo mostrare immagini a caso mentre urla che la presenza di famiglie nell'arte dovrebbe avere un qualsivoglia nesso con la sua guerriglia atta a non riconoscere le famiglie gay.
Ma pare quasi comico che il leghista arrivi a dichiarare: "Certo, ci sono state anche forme spurie (poligamia, incesto etc.) ma il nucleo fondante (padre, madre, figli) è sempre identificabile". Ne consegue che Pillon si domandi cosa sarà mai un po' di incesto davanti alla sua pruriginosa identificazione di una una mamma, un papà e i figli (soggetti ad abusi)? A lui va bene tutto, da una Verdini che Salvini va a prendere a scuola alle olgettone di Berlusconi, tranne due uomini o due donne che si amano e magari potrebbero adottare uno di quei figli che lui vorrebbe imporre alle donne che non vogliono essere madri e che lui vorrebbe costringere ad esserlo.



Emerge molto chiaramente come Pillon confonda la riproduzione e la famiglia. Ed anche oggi non vi spiega perché lui non ha problemi con quel suo Gandolfini che i figli li ha fatti concepire ad altri in virtù del suo vivere un'unione matrimoniale sterile. Non è strano che Pillon non gli urli dietro che i figli vanno generato mediante atto sessuale e non cercato tra i cavoli o fatti arrivare con un aereo di linea per una consegna a domicilio?
Ora attendiamo con ansia la foto di Brooke Logan e Ridge Forester, dato che nessuno meglio di loro potrebbe rappresenta il loro concetto ideale di "famiglia tradizionale".
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