Adinolfi dice che la prostituzione è «riduzione in schiavitù». Ma ieri non diceva fosse OnlyFans?


Mario Adinolfi ha passato le ultime settimane a sostenere che tutte le performer femmina di OnlyFans fossero prostitute e ve lui sentiva l'irrefrenabile bisogno di andare dalle loro mamme ad urlare che lui considera putt*ne le loro figlie. Ma solo se femmine, dato che Adinolfi non pare avere problemi con i performer maschi dato che si sa che per loro è solo la femmina a dover essere limitata nella sua sessualità.

Poi ieri (asupicando la sconfitta della Germania così imparano a criticare chi arresta e punisce i gay), si è presentato da Giletti a dire questa roba qui:



E qui i problemi sono tanti. Indipendentemente dal populismo e dal bigottismo con cui lui tratta ogni tema, emerge che ora si lamenta ch enon si parlerebbe del problema della "riduzione in schiavitù". Peccato che sia lui a non parlarne, dato che è lui che settimana scorsa si è presentato da Giletti a dire che OnlyFans fosse «un orrore, il male della società» in quanto da lui accusato di «favoreggiamento della prostituzione».
Peccato che le ragazze che si mostrano su OnlyFans non siano donne ridotte i n schiavitù, anche se lui le associava populisticamente a chi è vittima di tratta. E quando si lamenta che le nigeriane vengano costrette a prostituirsi, dovrebbe spiegarci se non si senta in un qualche modo responsabile di quanto avviene date le sue idee sull'immigrazione.
A dir poco vergognoso è come sostenga che Roma sarebbe «la capitale della cristianità» pur di citare la religione, anche se su un tema così serio pare assurdo voler tirare in ballo il numero di chiede edificate sul territorio. Inoltre pare mancare una condanna di chi va a messa e poi non si fa problemi a donne costrette a prostituirsi, in quel suo populismo in cui l'invettiva va contro gli stranieri ma non contro gli italiani che pagano quelle ragazze per violentarle.
Fastidioso è poi come dica che lui chiede alla Procura di fare quello che dice lui, quasi ritenesse che gli agenti non farebbero il loro lavoro se lui non gli ordinasse di farlo davanti ad una telecamera.

Ad Adinolfi vorremmo dare un consiglio: denunci chi va a prostitute, anche se è probabile che troveremmo tanti "padri di famiglia" e molti frequentatori della messa domenicale. Perché è assurdo che ci si lamenti di chi lucra di un business schifoso senza mai condannare chi quel business lo ha creato attraverso la creazione di una richiesta. E magari, proponga di liberalizzare la prostituzione in modo che si colpisca la tratta, sempre che si la su preoccupazione sia davvero la tratta e non il proporsi come il bigotto che odia la prostituzione e che deve inventarsi qualcosa da dire se vuole essere invitato in tv.
Comunque sia, meno male che Adinofli dice di aver denunciato che esiste la prostituzioni. Senza di lui non l'avremo mai saputo. Peccato, però, che poi sia il suo Mirko De Carli ad andare in radio a dire che lui ritiene assurdo che il loro Berlusconi sia andato sotto processo perché pagava ragazze che si prostituivano...
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