Le nuove norme omofobe di Putin costringono alla chiusura il museo lgbt di San Pietroburgo


Come effetto delle nuove leggi omofobe varate dalla Duma, il il museo lgbt di San Pietroburgo verrà costretto a chiudere i battenti. La norma contro la fantomatica "propaganda lgbt", approvata mercoledì dai legislatori della camera alta, amplia l'odiosa legge legge del 2013 che vietava di poter parlare in maniera positiva die gay davanti ai minorenni, sancendo che da ora in poi sarà fatto divieto fornire informazione o organizzare azioni pubbliche che menzionino l'omosessualità, inclusi film, letteratura e contenuti online.
La comunità lgbt russa sta già affrontando violenze ed emarginazione a causa della diffusa omofobia del Paese, spesso alimentata dalla retorica ufficiale. Ma gli attivisti temono che la nuova legge peggiorerà di gran lunga la situazione, spingendo la comunità lgbt a dover vivere in clandestinità.

Voskresensky, che ha passato anni ad acquistare statue, gioielli, vasi, libri e altri oggetti d'arte di fabbricazione russa che raccontano storie sulla sottocultura lgbt del paese, ha deciso che questa era la sua ultima opportunità per condividere la sua collezione con la gente comune. E cisì ha aperto il museo, anche se la sua ubicazione non è stata resa pubblica per motivi di sicurezza.
Non appena la legge anti-lgbt entrerà in vigore, il museo di Voskresensky diverrà automaticamente illegale. Ma ciò che più preoccupa di più Voskresensky è che la nuova legge possa incoraggiare la violenza dei vigilantes: «La cosa più spaventosa è che il nostro stato sta perdendo il monopolio sulla violenza", ha detto Voskresensky indicando i casi di persone LGBT che sono state molestate, attaccate e persino uccise in Russia negli ultimi anni».
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