Hoara Borselli elogia il professore che puniva chi dissentiva, incolpando le sue vittime di avergli danneggiato la cariera


Dato la sua adesione a gruppi di estrema destra e il suo proporsi come l'insegnante che punisce gli studenti che osano manifestare contro il sessismo, non parrebbe così difficile comprendere perché mai al professor Martino Mora siano state ridotte le ora di insegnamento.
Ma dato che Mario Adinolfi e Maurizio Belpietro urlano che i figli degli altri dovrebbero essere costretti a seguire le sue lezioni nel loro totale disinteresse verso preoccupazioni espresse dai loro genitori, anche la solita Hoara Borselli si è offerta di intervistarlo:



La signora Hoara Borselli esordisce parlando di un fantomatico "caso degli studenti con la gonna in classe", anche se quella sintesi ideologica pare un po' fuorviante per parlare del caso del professore omofobo che ha punito alcuni studenti che indossavano una gonna all'interno di una manifestazione internazionale contro il sessismo organizzata in occasione della giornata dedicata al tema.


Omettendo gran parte dei fatti, la signora Borselli inizia a dire ai suoi ascoltatori che cosa devono pensare, invitandoli a dare ragione al professore integralista grazie alla sua faziosa ricostruzione dei fatti:

Accadde che il 25 novembre del 2021, il professore Martino Mora si rifiutò di fare una lezione perché degli studenti si presentarono in class vestii da donna e quindi con un abbigliamento non consono all'istituto. E quindi il professore ha ritenuto non fosse logico portare avanti la lezione per una idea di mancanza id rispetto dovuto a quell'abbigliamento.

Ovviamente anche Mora conferma quella sua versione ideologica della vicenda, sostenendo che lui sia stato reso vittima di «un linciaggio mediatico» e che lui fosse vittima di una «polizia del pensiero» perché gli altri osavano non dargli ragione. A fronte di genitori che sui giornali dicono di non volere più quel professore per i loro figli, Mora parla di una preside che gli avrebbe sottratto ingiustamente delle classi.

Sempre dicendo ai suoi ascoltatori cosa lei esige che pensino, la signora Hoara inizia a dire: «È vero, lei è stato vittima di un linciaggio mediatico. Lei non è omofobo, lei ha rivendicato che l'abbigliamento è questione di rispetto». Ed ovviamente inizia anche dire che esisterebbe un "loro" che vorrebbe impedire libertà a chi si oppone al sistema attraverso attacchi alle libertà altrui. E partono con i soliti slogan su un fantomatico "pensiero unico", con il professore che si lancia nel sostenere:

Oggi assistiamo ad un processo nichilistico di distruzione di tutte le identità, che oltre a mirare di distruggere le identità religiose, culturali, etniche e familiari, mira anche a distruggere la differenza sessuale tra l'uomo e la donna.

A quel punto la signora Borselli ha iniziato ad inventa che quella fosse la giornata contro l'omotransfobia, ovviamente pronunciando quel termine con un certo disgusto. Peccato che quella si celebrasse il 17 maggio, mentre in quell'occasione di manifestava contro il sessismo. Ed è alquanto grave voglia sostenere che indossare una gonna sarebbe da gay agli occhi delle lobby integraliste, anche se fortunatamente, almeno in quel singolo caso, Mora l'ha corretta e ha ricordato che quella era una manifestazione che riguardava le donne e non i gay.
Fatto sta che la signora Borselli è arrivata a sostenere che chi non tace davanti alle discriminazioni andrebbe incolpato per le conseguenze delle azioni di chi li discrimina, tirando in ballo il solito "Gender" anche se le era stato spiegato che il tema era il sessismo:

Lei si è ribellato a un sistema, ha detto che per lei non esiste che dei ragazzi si presentino così. Ma alla fine alla punizione è toccata a lei perché il pensiero unico che chiamano "gender fluid", che sta prendendo piede come abbiamo visto a Sanremo, stia condizionando la vita e il lavoro delle persone solo perché la si pensa in maniera differente.

E lì interviene Mora:

Uno dei problemi più grandi della scuola italiana è l'estrema politicizzata e ideologizzata. E se un tempo era dominata dal marxismo, oggi l'ideologia dominante è un'ideologia orgiastico mercantile che è molto simile all'ignobile carrozzone sanremese e alla porcillaggine dei giorni scorsi, per cui si prendono elementi degenerati r degradanti del sistema orgiastico mercantile e li si portano nella scuola. Nel nome della cultura bisognerebbe porre freni a queste degenerazioni. I dissidenti devono subire delle ripercussioni.

Peccato che un professore che pretende di imporre il suo pensiero rifiutandosi di fare lezione a chi protesta contro il sessiamo sembrerebbe abusare del suo ruolo di potere. E siamo certi che un professore che pretende di poter punire chi non la pensa come lui possa dichiararsi vittima di un fantomatico "pensiero unico"?
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