C'è chi invita invita Paola Egonu ad abbandonare l'Italia: «Ha offeso e villipendiato l'Italia»


Paola Egonu non ha mai detto che l'Italia sia popolata da soli razzisti, ma ha semplicemente spiegato di essere stata vittima di singoli episodi di razzismo.
Eppure la giornalista Zaira Bartucca sostiene che l'atleta azzurra avrebbe offeso i cittadini italiani, sostenendo che fosse sottointeso che la Egonu volesse intendere che ogni singoli cittadino italiano sarebbe «sovranista, xenofobo e suprematista» e che l'atleta che ieri si è detta fiera di essere italiana starebbe «sputando nel piatto in cui mangia».

Partendo da un assunto che parrebbe essere falso, dato che la Egonu non ha certamente detto che l'Italia sia un Paese razzista, la signora scrive:

In un’Italia “razzista”, popolata da razzisti, la signora Enogu non avrebbe mai potuto fare la carriera sportiva che tutti le riconoscono. Semplicemente, se l’Italia fosse stata il Paese che lei dice, sarebbe rimasta una raccattapalle e non sarebbe diventata certo una campionessa di fama mondiale. Non parliamo poi della maglia Azzurra, quella della Nazionale, che in questo Paese di sovranisti, xenofobi e suprematisti (perché non aggiungerlo, visto che è il sottotesto?) le è stata concessa senza problemi, senza neppure chiederle due parole di riconoscenza in cambio.

Se la maglia azzurra è stata conquistata con tanto sudore e non è stata una concessione dei bianchi ad una ragazza di colore come parrebbe inquinare la signora Bartucca che chiede riconoscenza per non averla relegata a fare la raccattapalle, non pare che la signora Bartucca appaia così riconoscente per chi ha portato alto il Tricolore nelle competizioni sportive. Anzi, preferisce dire che i fans della Egonu dovrebbero sentirsi offesi da chi non tace sul fatto che in Italia è difficile essere una donna di colore che non piace ad una minoranza violenta legata all'estrema destra:

L’Italia è un Paese che accoglie ed è fin troppo tollerante, se persone come Egonu possono offenderlo dal podio di una trasmissione che da più di un decennio più che canzoni fa politica. Molti italiani (non tutti, ma solo perché ognuno ha i suoi beniamini) seguono questa giovane donna, la apprezzano, la sostengono per quello che è e anche per quello che rappresenta: ha senso seppellire il loro affetto per la pubblicità di una giornata o per un punto di share in più? E’ giusto – per dirla molto più semplicemente – sputare nel piatto in cui si mangia? Che poi, a questo punto, gli italiani “razzisti” ma intelligenti Sanremo non lo guarderebbero neppure, perché non avrebbe senso contribuire all’aumento dei ricchi caché di chi si sforza di costruire un’immagine distorta di un Paese che non sente suo. Evidentemente, l’Italia non appartiene a Egonu ed Egonu non appartiene all’Italia, perché questo Paese – fragile e meraviglioso al contempo – non è solo un luogo fisico e ideale, ma un vero e proprio stato d’animo.

Sarebbe curioso comprendere cosa spinga la signora Bartucca a decidere che sarebbe «evidente» che una donna italiana non apparterebbe all'Italia perché non sta zitta quando qualcuno la discrimina per il colore della sua pelle. E bisognerebbe anche capire perché dica che il bel discorso della Enogu avrebbe in un qualche modo «vilipendiato, offeso e ridicolizzato» l'Italia come lei afferma nel suo articolo. L'articolo di conclude sostenendo che la Egonu dovrebbe abbandonare la nazione perché lei dice che «chi si sente sempre come un corpo estraneo e potrebbe, quindi, farsi il regalo di lasciarla andare». Peccato che la Egonu non abbia mai detto di sentirsi un corpo estraneo, ma solo che qualche razzista l'ha trattata come se lo fosse.

A dire che un'italiana che osa esercitare il suo diritto di parola nel raccontare la propria esperienza starebbe "sputando nel piatto in cui mangia" è anche Alessandro Sallusti. Se fa pensare che i termini scelti siano identici, il direttore che sputa sul Paese da cui si fa pagare contributi pubblici scrive:



Peggio hafatto Feltri, urlando che una donna nata in Italia dovrebbe "tornare" in un Paese straniero se mon accetta di subire violenze dai duoi connazionali:



I proseliti di Feltri gli vanno pure dietro, sostenendo che loro avrebbero "accolto" i cittadini italiani nati in Italia e che si sentirebbero iffesi da chi fice che i razzisti sono razzisti:



Anche qui dicono che esisterebbe un "noi" e un "loro", sottolineando come le destre sentano il bisogno di creare contrapposizioni.
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