La Sabaoth Church di Modena vuole maschi che giocano a calcio e femmine che ballano


Il pastore Luigi Carollo riuscì ad ottenere un'ospitata televisiva nei programmi populisti di Rete 4 dopo che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus elogiò pubblicamente il suo aver scritto messaggi contro il ddl Zan sul corpo della figlia minorenne. E c'è solo da sperare che non sia con quello scopo che anche oggi è tornato ad usare uno scatto di quella bambina (da noi omesso) volto ad attaccare chi non si conforma agli stereotipi di genere:



Se un genitore normale si sarebbe limitato a parlare di come sua figlia faccia danza, Carollo sottolinea che lui vuole che il maschio faccia cose che lui reputa "da maschio" e che la femmina si dedichi ad attività che lui ritiene siano "da femmina". Non immaginiamo cosa sarebbe accaduto se la femmina avesse voluto praticare calcio femminile o se il figlio si fosse iscritto ai casting di Amici.

Ma dato che quello che i coniugi Carollo decidono di fare nel loro privato sono affari loro sino a quando le loro convinzioni non dovessero sfociare in eventuali maltrattamenti ai figli, ad interessarci è solamente risvolto propagandistico del messaggio. Un aspetta che appare molto ai suoi proseliti, dato un tizio che è solito insultare Gayburg dalle sue pagine parrebbe non avere dubbi riguardo al fatto che il suo pastore stia attaccando i bambini che manifestano interessi non conformi agli stereotipi di genere:



Ed è tra i commenti che emerge tutto l'astio dei suoi proseliti. In quella loro abitudine a nominare il nome di Dio Ivano, dicono che non sarebbe cristiano chi non impone ruoli sociali dettati dal sesso biologico alla propria prole. Ovviamente si premurano anche di offendere, opponendo al termine "normale" chi ha figli maschi a cui piace ballare o figlie femmine che giocano a calcio.





Esattamente, chi avrebbe deciso che sarebbe giusto che il maschio debba giocare a calcio mentre la femmina deve ambire a diventare quell'angelo del focolare che tanto piaceva alla propaganda del secolo scorso? Non sarebbe forse più giusto che ognuno sia lasciato libero di fare ciò che preferisce senza che un pastore modenese e i suoi proseliti gli rompano le scatole?

davanti a chi fa osservare al pastore l'ovvio, ossia che ci sono donne che giocano a calcio e maschi che danza, lui sostiene che quella sarebbe "sottile ironia" e che comunque non sarebbe "normale" chi non fa quello che fa lui:



Se non sappiamo quale "discriminazione" richinerebbe un maschio che gioca a calcio (mentre sappiamo quale discriminazione rischi un maschio che vuole ballare), il pastore inizia a dire a tutti che uniformarsi agli stereotipi di genere significhi essere "normali". Cosa che implicherebbe che chi non fa quello che dice lui no n sarebbe da ritenersi tale:



Alla dine arriva Estelinda Schiera che, in qualità di pastora della Sabaoth Church di Modena e di moglie di Carollo, spiega che l'intento del messaggio di Carollo era quello di promuovere odio verso le persone trans.
Premettendo che lei pensa di essere la detentrice della "verità" contro il prossimo, è raccontando che l'identità di genere si tradurrebbe nel cambiare sesso ogni giorno come sostiene l'organizzazione forzanovista Provita Onlus:



In realtà una donna trans è una donna, quindi la signora può stare tranquilla che non ci saranno uomini nello spogliatoio di sua figlia. E chissà perché lei dia per scontato che sua figlia avrà l'identità che ha deciso lei e che magari non sarà proprio lei ad essere discriminata dall'ideologia transomofobica predicata in chiesa dai suoi genitori.
Come il marito, anche lei usa il termine "normalità" come sinonimo di eterosessualità cisgender, urlando che gli altri dovrebbero "svegliarsi" in un ricorso ai classici slogan usati dai gruppi di estrema destra che bazzicano sui canali negazionisti di Telegram. In tutto questo, la signora spiega anche che ha ragione il signor Francesco a dare per scontato che Carollo ha usato una fotografia di sua figlia per attaccare i diritti di quel gruppo di persone che è sempre al centro delle sue invettive.
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