Coghe continua a inveire contro gli scout cattolici


In quella sua propensione ad insultare tutti, il fondamentalista Attilio Negrini ha voluto diffamare anche i ragazzi e le ragazze dell'Agesci. Il fondamentalista che si intesta l'affossamento del ddl Zan sostiene che gli scout cattolici sarebbero «finti cattolici» perché non omofobi e votati alla discriminazione come lui vorrebbe:



La fonte del suo odio sarebbe un articolo scritto dal vicepresidente dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus per un sito integralista che sostiene di essere "cattolico". Mostrando come tutte le polemiche omofobe del fantomatico "mondo cattolico" siano riconducibili sempre a un piccolissimo gruppi di estremisti che cerca di imporsi nella società, il signor Coghe cerca di spaventare i genitori omofobi titolando: "Scandalo tra gli Scout, Agesci apre all’identità gender".

Il tema è la sua contrarietà alla decisione dell'Agesci di trattare il tema dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere come è stato chiesto dai ragazzi che frequentano l'associazione. Ed anche questa volta Coghe pare non conoscere ciò di cui parla, dato che è cercando di spaventare i genitori omofobi che scrive: «Cosa insegneranno i capi a bambini e adolescenti? che ognuno potrà percepirsi di qualsiasi genere a prescindere dalla propria realtà biologica maschile e femminile? I genitori lo sanno?».
Peccato che gli scout non siano la gioventù hitleriana e che il loro metodo si basi sul rendere i ragazzi protagonisti della loro crescita. Il suo teorizzare che qualcuno dovrebbe imporre qualcosa ai ragazzi parrebbe dunque basarsi sulla sua conoscenza di certe realtà di estrema destra, dato che quello che lui sta contestando è in realtà il diritto di alcuni ragazzi di potersi confrontare gli altri su temi su cui lui vorrebbe imporre la sua ideologia.
A dimostrazione di come Coghe non paia conoscere ciò di cui parla, non stupisce che nella sua immagine ci siano alcuni ragazzi che non fanno parte dell'Agesci, dato che la i ragazzi dell'Agesci indossano un'uniforme blu.

Nel suo articolo, Coghe tenta praticamente di sostenere che la Chiesa imponga odio e che la polizia del pensiero di Provita Onlus debba rendere Putin orgogliosi di loro andando casa per casa a punire chiunque osi dissentire al loro pensiero unico:

L’associazione cattolica Agesci parla apertamente di identità di genere, nonostante il Magistero della Chiesa e lo stesso Papa Francesco abbiano denunciato a più riprese il rischio educativo, in ultimo qualche giorno fa, quando il Papa in un’intervista a La Nacion ha definito l’ideologia gender “una delle colonizzazioni ideologiche più pericolose”.
Ebbene ora l’Agesci, con una mail agli associati inviata qualche giorno fa, promuove un “percorso di raccolta di riflessioni e testimonianze di esperienze di capi ed ex-capi” sul tema “dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale”, approvato già lo scorso giugno, anche con la possibilità di avvalersi di “esperti” esterni.
Cosa insegneranno i capi a bambini e adolescenti? Che ognuno potrà percepirsi di qualsiasi genere a prescindere dalla propria realtà biologica maschile e femminile? I genitori lo sanno? Le famiglie sanno che pensano di mandare i propri figli in una realtà formativa e cattolica, ma poi quest’ultima vara progetti sull’identità di genere?
Siamo in attesa di capire le direttive e le conclusioni che usciranno fuori da questo “percorso”, ma è un’iniziativa che rischia di tradire la fiducia delle famiglie sugli insegnamenti impartiti a migliaia di bambini che, dagli 8 anni in sù, frequentano gli scout.

Anche qui il signor Coghe pare citare i bambini a casaccio, dato che una discussione aperta rover e scolte non pare avere nulla a che vedere con i lupetti e le coccinelle che hanno 8 anni. E se a lui non piace che adolescenti tra i 16 ed i 21 anni possano confrontarsi sui temi a lui sgraditi, il problema è suo dato che non siamo in epoca nazista. E neppure ha senso il suo citare i genitori, dato che i genitori hanno accettato un piano educativo che prevede che i loro figli possano confrontarsi con altri ragazzi sui temi che desiderano. Avessero voluto indottrinarli, li avrebbero probabilmente iscritti alle "scuole parentali" promosse dalle lobby omofobe.

Dovessimo ritenere che tutto ciò che la Chiesa dice non possa essere messo in discussione, Coghe si troverebbe a dover sostener che la Terra sia piatta e che il sole vi girerebbe attorno. Ed anche gli scout avrebbero dovuto accettare passivamente la decisione della Chiesa assecondare il fascismo e la sua decisione di sciogliere lo scoutismo.
Nel 1927, una delle cosiddette "leggi fascistissime" aveva decretato lo scioglimento dei reparti scout e il 9 aprile 1928 Papa Pio XI dichiarò sciolta l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI). L'Asci era l'area maschile degli scout che poi divenne Agesci dopo la fusione con l'area femminile chiamata Agi.
Alcuni scout rifiutarono di obbedire al Papa e fondarono le Aquile Randagie, un gruppo che si impegnò in un'opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza o religione. Organizzarono espatri in Svizzera per diversi perseguitati, tra cui anche Indro Montanelli. Secondo la teoria di Coghe, il genitore chiamato alla discriminazione dalla sua organizzazione dovrebbe trovare inaccettabile che quelle persone si siano ribellate al fascismo e abbiano salvato vite umane dopo che il Papa si era espresso a sostegno del regime? Oppure è un bene che i giovani possano discutere e mettere in discussione le cose, in modo da non ritenere che il male debba essere accettato solo perché qualcuno vorrebbe imporglielo?

Non va meglio la teoria di Negrini, il quale sostiene che non sarebbe "cattolico" chiunque non obbedisca ciecamente al clero:



Forse potremmo ricordare a Negrini che il papa invitava a vaccinarsi e che lui è un no-vax che andava per chiese ad insultare persino chi osava proteggersi con le mascherine.
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