Diede della «ch*cca inutile» a Casalino, la Cassazione condanna Vittorio Sgarbi


Vittorio Sgarbi, attuale Sottosegretario al Ministero della cultura, è stato condannato dalla Cassazione per diffamazione nei confronti di Rocco Casalino.
I fatti risalgono al 2020, quando è in diretta su Rete 4 che Sgarbi etichettò l’ex portavoce di Palazzo Chigi come una «ch*cca inutile». Casalino lo ha querelato. Ai tempi deputato, Sgarbi provò a sminuire i fatti, sostenendo che “ch*cca” fosse una accettabile sinonimo di “omosessuale” e quel termine non avesse nulla di offensivo e che dovesse essere ritenuta una semplice manifestazione del suo pensiero da deputato.
Ma i giudici hanno sottolineato come la Corte di Cassazione “ha già stabilito che per il reato di diffamazione non è invocabile l’immunità parlamentare”. Inoltre il fatto che Sgarbi fosse stato già condannato più volte per il medesimo reato lo rende un “recidivo infra-quinquennale”.
Ora dovrà pagare 1.000 euro di multa, 3.000 di spese processuali ed un risarcimento danni, ancora da quantificare, che la parte civile stima nell’ordine dei 50mila euro.

Sgarbi ha una lunga storia di dichiarazioni omofobe. Nel 2017 sostenne che “l’omosessualità coincide spesso con la pedofilia“. Nel 2018 definì “culimonio“. i matrimoni tra persone delle stesso sesso. Nel 2021 asserì che “il DDL Zan è pedofilia di Stato” durante un discorso alla Camera dei deputati. Commentò un bacio tra due donne in uno spot di caramelle definendolo “immorale e pornografico”, aggiungendo poi che “ci si scandalizza per Lino Banfi e non per le pubblicità oscene con LGBT”. Nel 2022 andò in televisione a dire che Michele Bravi sarebbe una femmina.
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