Muore il padre biologico: il Tribunale impone la trascrizione dell’atto di nascita con l'altro padre


In Italia pare che si debba morire per potersi veder riconosciuti i propri diritti. Un bambino di 8 anni, figlio di una coppia gay, rischiava di essere spedito in orfanotrofio dopo che il padre biologico è morto improvvisamente per un infarto. Infatti Eugenia Roccella si è molto impegnata per impedire che l'altro genitore potesse avere qualsivoglia riconoscimento sociale.
A pagare le spese sarebbe stato il piccolo, dato che per volontà del Governo meloni sarebbe dovuto essere strappato dalle braccia di suo padre e sarebbe dovuto essere confinato in uno squallido orfanotrofio per essere dato in adozione a degli sconosciuti selezionati sulla base dei distinguo sessuali pretesi da Pillon.
Fortunatamente è intervenuto il Tribunale di Milano, il quale ha imposto la trascrizione dell’atto di nascita con in cui era indicato il nome dell'altro papà. Fosse stato per la ministra, il bambino avrebbe pagato sulla sua pelle la loro ideologia.

L'avvocato del padre, Michele Giarratano, ha spiegato: «La decisione del Tribunale di Milano dimostra che la stepchild adoption non è la soluzione più adatta a tutelare i minori, perché esistono di vuoti di tutela che il Parlamento deve al più presto colmare, così come chiesto nel 2021 dalla Corte Costituzionale. Questa Legislatura, però, sembra invece andare in direzione opposta, dimenticando di mettere al centro l'interesse dei minori, come hanno fatto i giudici meneghini. Nel breve periodo mi auguro che questo provvedimento possa servire come precedente per ottenere le trascrizioni degli atti di nascita di bimbe e bimbi nati con gestazione per altri, dando immediata e piena tutela a dei minori che attualmente si trovano in un limbo giuridico».
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