Porro santifica la Chiatti, definendo "antimaschio" l'uomo che svolge faccende domestiche


Laura Chiatti ha tre nuovi pretendenti e potrà decidere se portarsi a letto Mario Adinolfi, Simone Pillon o Nicola Porro. Infatti i tre populisti hanno espressione molto interessanti nei confronti di una ricca attrice che dichiara di sentirsi sessualmente eccitata dagli uomini che trattano le donne come colf.
In particolare, il vicedirettore de Il Giornale dichiara di «godere» al solo pensiero di quante donne lavoratrici potrebbero sentirsi offese dalle parole della nuova eroina della destra populista:



Secondo il Porro-pensiero, ogni azione andrebbe sistematicamente indirizzata contro qualcuno e mai per costruire qualcosa. E così, lui spera che insultare le donne possa essere ritenuto un attacco alle donne di sinistra, quasi pensasse che la femmina di destra goda nell'essere trattata da schiava. E dato he un po' di omofobia non guasta mai, cita a casaccio anche la fluidità di genere in quella sua convinzione che l'elettore di destra debba essere fieramente omofobo.

Nel suo articolo, Max Del Papa ricorre al classico vittimismo della destra dicendo che la loro povera eroina deve poter dire che il maschio sarebbe maschio solo se non si occupa delle faccende domestiche. E se appare assai improbabile che le faccia lei, curioso che a dire che ognuno dovrebbe poter fare ciò che vuole sia quella destra che chiede leggi che limitino ogni libertà altrui, cambiando idea solo quando una ricca signora irride il patriarcato mentre i centri anti-violenza sono piene di donne maltrattate:

Ecco, quello sì che era terribile; qui è tutto l’opposto, c’è una donna, di carriera, di successo, a suo modo di potere, che può permettersi di scegliere: l’uomo elettrodomestico non le piace, non lo considera una rivalsa sul patriarcato, non le interessa pareggiare le mansioni tra le quattro mura, bene, brava, buon per lei, contenta lei, contento il maritino, contenti tutti. Si chiama libertarismo: ciascuno scelga come gli va, si regoli come crede, e più non questionare.

Se ognuno può "scegliere come gli va", allora perché Porro e Del papa chiedono leggi che vietino ai gay di potersi sposare, si eccitano quando la meloni toglie i genitori ai bambini a loro sgraditi e urla che bisogna impedire ai miranti di poter andare dove vogliono?

In quell'abitudine di Max Del papa a scrivere parole praticamente a caso che hanno l'unico scopo di offendere e insultare gli altri, l'articolo prosegue:

Invece è subito partita la scontata, pallosa, becera contraerea di chi considera il mondo libero di adeguarsi alle proprie aspettative, ai rimasugli ideologici malamente assimilati, al luogo comun(qu)e, al qualunquismo. Una cosa futile, una attrice che si diverte a provvedere alla routine casalinga e decide che l’ometto con grembiule le abbassa l’erotismo, diventa una battaglia militante tipo il post estetismo di Elly Schlein, una che ha traghettato il post marxismo dai cambiamenti climatici ai cambiamenti cromatici. Una stilisticamente versatile, ma soprattutto Versace.

Non è chiaro perché i cambiamenti climatici suscitino l'ilarità dei porrosi collaboratori di Porro, come è altresì stantia la loro polemica su una Elly Schlein che osa chiedere consiglio sul vestiario al posto di conciarsi come la loro Meloni:



Dagli elogi a chi invita gli uomini al sessiamo, l'articolo passa a cercare di sostenere che le sinistre odierebbero i gay al contrario di Salvini e della Meloni. Forse dimenticandosi che era Salvini a indossare felpe con l'effige di Putin e che ci vuole coraggio a inventarsi che l'omofobia russa sia di derivazione sovietica e non un'importazione degli evangelici statunitensi, scrive:

Sì, il comunismo di derivazione sovietica, che nella Russia putiniana è rimasto praticamente intonso con tutto il suo portato di odio verso gli omosessuali, i non binari, gli uomini non rudi, non capaci di accoppare un orso a mani nude, degradati a molluschi, era quello dei militanti che, lo racconta Enrico Ruggeri in una intervista recente, se ti vedevano con sottobraccio un disco di David Bowie (o Renato Zero), ti aggredivano, non tollerando che ascoltassi la musica di “quel frocio di merda”. Col tempo i kompagni si sono civilizzati, buon per loro; o almeno fingono, perché nel privato restano spesso i pregiudizi, resta il razzismo che non è tanto diverso da quello, uguale e contrario, della destrona violenta e reazionaria. L’intolleranza bovina però, quella non cambia.

Insomma, nella porrosa ideologia collaboratori di Porro, le sinistre sarebbero "intolleranti" contro i partiti che negano di campare sull'intolleranza. E se Max Del papa può scrivere ciò che vuole, lascia stupiti che qualcuno dei suoi lettori possa non sentirsi offeso nel leggere simili affermazioni. Ed è forse ispirandosi alle teorie sulla virilità del solito Simone Pillon che Del Papa conclude:

Ma il populismo di sinistra oggi si declina in versione gender: tira, si fa per dire, l’uomo celenterato, se non sei un antimaschio con le ballerine, lo zaino rosa con dentro un bambino (senza sesso), se non marcisci eternamente in casa da solo a mettere a posto i cassetti, agghindato in cresta, pettorina e magari smalto fluo, non trovi cane che ti abbai. Sono i modelli imposti dall’Europa, sul consumistico-neoideologico, che farebbero calare la libido pure a Messalina ma non ditelo, prendete quella impunita della Chiatti e lapidatela: è lei a fomentare odio, è lei, la medievale, a provocare.

Poteva forse mancare un attacco all'Europa, basato sul loro sostenere che sarebbe colpa di Bruxelles se hanno tolto il delitto d'onore e se i maschi non possono manco più ammazzare le loro mogli?
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