Il pastore Carollo torna ad attaccare l'identità di genere


Il pastore evangelico Luigi Carollo dichiara di auto-percepirsi come "cristiano". E si arrabbia molto se qualcuno contesta quella sua auto-percezione, magari osservando come le sue parole e i suoi atti parrebbero contraddire quella definizione. Ma se lui pretende di essere identificato secondo la sua opinabile auto-percezione su caratteristiche derivanti da scelte personali, è dinnanzi a caratteristiche naturali che lui invita i suoi proseliti a non accettare l'identità di chi non è espressione dei suoi più bassi istinti sessuali. E così, è sostenendo che lui vorrebbe che "sesso" e "genere" fossero ritenuto sinonimi che scrive:



Il fatto che lui (che per qualche motivo parla di sé stesso al plurale) non conosca altro che non sia sé stesso non pare una condizione sufficiente per chiedere che venga negato il diritto all'esistenza di chi non è fatto a sua immagine somiglianza.

Tra i commenti, partono le stesse irrisioni di chi banalizza e irride l'identità dei loro fratelli. A detta loro, le persone transessuali andrebbero paragonati a malati di mente che si credono ciò che non sono. Ed ovviamente dicono che gli altri sarebbero "degrado morale, culturale e spirituale" perché non condividono i loro pruriti sessuali:







Non è chiaro perché li faccia ridere parlare di extraterrestri, quasi si divertissero un mondo a ridere della verità e della vita altrui.
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