La destra chiede ai prefetti di sanzionare i sindaci che indossano una fascia tricolore ai Pride


Pare ormai evidente che il pastore evangelico Luigi Carollo preferisce predicare la parola Giorgia Meloni a quella di Gesù. E quindi, se ieri invitava i suoi proseliti ad accusare di satanismo i gay, oggi promuove uno dei soliti articoli omofobi pubblicati dal suo amico Elia Rovera, ossia un personaggio che inneggia al genocidio di Putin e che si vanta della sua vicinanza a Roberto Fiore:



L'amico di Carollo tenta di sostenere che i Pride sarebbero una "carnevalata" e che la Procura dovrebbe sanzionare i sindaci che esibiscono la fascia Tricolore a sostegno dei diritti civili. La tesi sarebbe stata sostenuta dal leghista Antonio Borrini, il quel non pare abbi avuto problemi davanti ai sindaci di destre che portarono la fascia ai raduni anti-gay del loro Gandolfini.

Scrive Rovera:

Da Settimo Torinese, il Consigliere Comunale Antonio Borrini (nella foto a sinistra), ci rende noto di aver scritto al Sindaco di Settimo Torinese e al Prefetto di Torino per chiedere delucidazioni rispetto all’atteggiamento che l’Amministrazione settimese ha assunto rispetto al “Torino Pride” del 17 giugno scorso.
Borrini, giovane Consigliere da sempre pro-famiglia, ha evidenziato come “si è potuto apprendere della partecipazione, all’evento sopracitato, di alcuni Sindaci della Città Metropolitana di Torino indossando la fascia tricolore durante il corteo, musica, canti e balli accompagnati da carri pittoreschi”. Se così fosse la cosa sarebbe alquanto grave dal momento che “la disciplina dell’uso della fascia tricolore è rinvenibile in talune disposizioni di legge e di carattere amministrativo ed è legata alla natura delle funzioni sindacali, di capo dell’amministrazione comunale e di ufficiale di Governo”.

Se è opinabile che si possa deinire "pro-famiglia" un leghista che chiede la sistematica discriminazione die figli gay in virtù di come lui ostenti la sua passione per le donne, il consigliere prova a sostenere che è per rispetto degli omofobi che bisognerebbe impedire ogni supporto ai diritti di chi viene discriminato:

Il Sindaco di Settimo Torinese, dunque, dovrà dire se ha usato la fascia tricolore al “Torino Pride” e a che titolo lo ha fatto. Il Consigliere Borrini, infatti, insiste nel dire che “l’alto ruolo istituzionale svolto dal Sindaco impone un corretto e conveniente uso della fascia nella consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica”.
Se il Sindaco di Settimo Torinese avesse partecipato al “Torino Pride” in forma pubblica avrebbe creato una frattura anche con la Regione Piemonte che, con coerenza verso l’elettorato, non ha concesso il patrocinio all’iniziativa tanto cara alla Lobby LGBT.

Se questi signori hanno francamente stufato con le loro fantasie su fantomatiche "lobby lgbt" mentre si propongono come rappresentanti delle lobby neofasciste che impongono la discriminazione die bambini e la promozione delle discriminazione in ode ad un Putin che deporta minori e fa stuprare bambine, ancor più squallido è come sostengano che i sindaci dovrebbero rappresentare gli omofobi perché loro sono più violenti e con meno scrupoli:

Nel recente passato, precisamente nel giugno 2022, il Sindaco del Comune di Settimo Torinese, Elena Piastra (nella foto a destra), “Partito Democratico”, sulla stessa partecipazione al “Torino Pride” con la fascia tricolore indosso, aveva risposto: “L’utilizzo della fascia Tricolore non può essere utilizzato come elemento di volontà di rappresentare tutti i cittadini perché questo ha a che fare con il principio stesso della democrazia. Il sindaco e qualunque carica pubblica non rappresentano tutti e non possono rappresentare le idee di tutti. Il sindaco rappresenta una posizione, una scelta. Il pensare che la fascia tricolore possa essere utilizzata solo quando si rappresenta tutti, significa che nessuno la utilizzerebbe oggi”.
Frasi ricolme di ideologia e di posizioni soggettive che il Sindaco Piastra cerca di portare a sua discolpa per aver urtato un’importante fetta di cittadini settimesi.

Roveda auspica che chiunque non contribuisca alle lobby di estrema destra nella promozione dell'odio ed ella discriminazione possa essere sanzionato:

Come detto in origine, il Consigliere Borrini ha interpellato anche il Prefetto della Provincia di Torino, dottor Raffaele Ruberto (nella foto a sinistra), il quale il 22 giugno scorso, gli ha risposto: “Si fa riferimento all’esposto, qui pervenuto lo scorso 18 giugno, con il quale le SS.LL. lamentano un asserito uso improprio della fascia tricolore da parte di taluni Sindaci presenti alla manifestazione “Torino Pride”, svoltasi lo scorso 17 giugno. Al riguardo, si comunica che della questione è stato interessato il Ministero dell’Interno, in quanto le indicazioni che eventualmente ne dovessero conseguire dovrebbero necessariamente avere un carattere nazionale. Il Prefetto”.

Avvezzo a fare allarmismo, Roveda passa a sostenere che chi discrimina verrebbe discriminato mentre spiega che nel partito di Salvini chi discrimina ottiene promozioni:

Noi di “Civico 20 News” ci occupiamo delle tematiche legate alla famiglia, ai minori e alla Lobby LGBT da davvero molto tempo. Un caso come quello di Settimo Torinese non lo avevamo ancora mai dovuto trattare.
Il Prefetto ha dovuto interpellare il Ministero dell’Interno dicendo che “le indicazioni che eventualmente ne dovessero conseguire dovrebbero necessariamente avere un carattere nazionale”. Antonio Borrini, dal suo scranno del Consiglio Comunale di Settimo Torinese, “rischia” di diventare un personaggio di caratura nazionale per aver avuto il coraggio di dissentire dalla partecipazione di un Organo Istituzionale al “Torino Pride” o, come lo chiama qualcuno, da un “carnevale fuori stagione”.

Forse Roveda e Antonio Borrini ritengono che sia più giusto usare la fascia tricolore per farsi campagna elettorale, come fece proprio l'autore delle polemiche quando decise di affiancare Paragone nelle sue posizioni negazioniste:



Sempre inventandosi che qualcuno censurerebbe le posizioni degli omofobi, è sulla pagina del pastore modenese che Elia Roveda aggiunge:



Insomma, la violenza e la prepotenza della minoranza omofoba pare ormai fuori controllo.

Tra le altre attività, il leghista Antonio Borrini si occupa di sostenere quanti hanno violato le norme di contrasto alla pandemia, promuove Povia e Francesca Totolo di CasaPound sui social e accusa di «indecenza» i gay pubblicando fotografie decontestualizzate. Si vantava anche di scattarsi selfie con la signora Silvana De Mari in merito al processo che ha visto l'ex dottoressa condannata in via definitiva per diffamazione contro la comunità lgbt torinese.
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