Peggio degli spartani. Porro e suor Alfieri vogliono bimbi educati alla sopravvivenza


Se facciamo finta che non esista differenza tra vivere e sopravvivere, se facciamo finta che i traumi psicologici non contino e se magari troviamo affascinante l'idea di organizzare battaglie clandestine tra minori, allora forse potremmo trovare accettabili le teorie educative di Anna Monia Alfieri promosse da Nicola Porro:



Basta coccole. Evidentemente i figli si educano chiudendoli in stanze con animali vivi e se non sapranno strappare pezzi di carne con cui nutrirsi, è bene che muoiano in quanto mammolette.
Commentando la notizia del ritrovamento di quattro fratellini trovati vivi dopo 40 giorni in Amazonia, sperduti a seguito dello schianto dell’aereo in cui è morta la madre, la religiosa dichiara:

Pertanto questa vicenda ci porta a qualche utile considerazione: innanzitutto il ruolo della formazione dei bambini: quanto più gli adulti continueranno a fare di tutto per edulcorare tutte le situazioni, tanto più i nostri bambini saranno incapaci di affrontare le diverse situazioni della vita.

Senza una logica chiara, inizia anche a sostenere che la vicenda dovrebbe insegnarci a ritenere ingiusto difendere l'ambiente:

Altra considerazione: il nostro rapporto con la natura. È uno dei temi più cari del pontificato di Papa Francesco: la natura ci protegge, noi la distruggiamo, usando irresponsabilmente le sue risorse. Pertanto, andando oltre quell’ecologismo che diventa in tanti casi una ideologia per la quale, per difendere l’ambiente, occorre imbrattare fontane e palazzi storici, bisogna ricondurre il tema del rispetto per il creato alla responsabilità della persona, del singolo e puntare, conseguentemente e nuovamente, alla sua formazione. Occorre davvero un nuovo umanesimo che punti alla formazione di un uomo nuovo, più semplice, umanamente formato e pertanto aperto ai bisogni dell’altro.

Sarà che alla destra piace insultare chi protesta per chiedere risposte davanti, ma davvero non si capisce il nesso dell'astio della religiosa verso gli ecologisti e i fatti occordi.

Non pare pensarla come Porro e suor Alfieri il sito ciellino Tempi, il quale preferisce sostenere che la natura non vada difesa perché orribile:

Cura, soccorso, veglia, perlustrazione, protezione, nutrimento non sono gesti propri della natura, eppure, se li riferiamo all’uomo, tendiamo a definirli naturali perché li sentiamo scritti dentro di noi. Ecco, rendiamoci conto della sostanziale differenza che c’è in ballo. La natura è una foresta che non avrà mai il tono di voce della nonna, le braccia della mamma, l’occhio attento di un soccorritore. Non avrà mai neppure qualcosa che assomiglia a un pianto, al dolore della perdita.

Ed anche loro ne concludono che la natura non va assolutamente difesa:

Qualcosa di portentoso, allora, è davvero precipitato nel fitto di una lussureggiante selva vergine: c’è da credere che il pianto che sgorga dall’amore non fosse mai penetrato in quell’intrico così generoso di vegetali, animali, colori e profumi mozzafiato. Quando tendiamo a inchinarci a un vago ritorno alla natura, superficialmente inteso come uno stile di vita più sano e dunque felice, teniamo a mente quanto possa risultarci crudelmente disumano ciò che è davvero naturale.

Insomma, la destre cercano di spaventare i loro adepti parlando di un fantomatico "pensiero unico". Peccato che l'unico pensiero unico paia quello promosso dalle destre, impegnate insistentemente a imporre ripetere all'unisono gli stessi slogan.
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