Roccella propone un condono per figli pregressi non conformi al modello di famiglia meloniana basata sull'eterosessualità


La ministra Eugenia Roccella ha proposto una "sanatoria" per i figli di famiglie arcobaleno già nati, praticamente equiparando degli esseri umani a un abuso da condonare. facendo molta attenzione a sottolineare che lei ritiene che quei bambini non sarebbero mai dovuti poter nascere in quanto lei farà di tutto per impedire nuove vite che non siano conformi al modello di famiglia eterosessuale che il suo governo vorrebbe imporre, durante la registrazione de La Confessione di Peter Gomez in onda sul Nove che la signora ha dichiarato: «Dovremo pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui -ha dichiarato. Dovremo pensare a una sorta di sanatoria - ha spiegato. Una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell'utero in affitto, anche per chi lo fa all'estero».

L'associazione Famiglia Arcobaleno replica: «I nostri figli non sono villette abusive a cui si può applicare una sanatoria. Sono cittadini italiani privi di diritti elementari di cittadinanza che qualunque Paese dovrebbe garantire. La sanatoria è trattare i nostri figli come un abuso e frutto di una illegalità, quando questi bambini sono nati all'estero dove la pratica della Gpa è legale e quindi non devono subire questo trattamento. È una cosa indegna detta da una ministra della Repubblica che dovrebbe garantire l'articolo tre della Costituzione che vede tutti i cittadini uguali per legge».
La presidentessa Alessia Crocini sottolinea anche come «non esistono soltanto i figli nati da Gpa, ma esistono anche i figli delle coppie di donne, 33 bambini a cui vengono tolti una dei due genitori. Quindi non esistono sono i figli dei padri. So che alla Roccella non piacciono le donne, in senso politico, visto come tratta le femministe. Ma esistono anche le coppie di mamme. Una sanatoria significa accettare una cosa non vera perché questi bambini quando sono nati per gestazione per altri, sono nati in Paesi in cui la gpa è legale». «Roccella la dovrebbe smettere di dire bugie. Ha sostenuto che in Italia per fare la stepchild ci vogliono tre mesi. Un bambino napoletano di un anno e mezzo, figlio di nostre socie, è ricoverato in ospedale ed una malattia oncologica da quando aveva 20 giorni. Le sue mamme hanno provato a fare la stepchild hanno avuto il primo appuntamento al tribunale dei minorenni di Napoli dopo un anno. E su sollecitazione dell'avvocato che ha fatto presente che ha una grave malattia non c'è stato niente da fare. Intanto questo bambino può avere una sola madre perché l'altra non può dare il cambio perché non le fanno fare le notti e perché non può firmare il consenso informato per le cure salvavita. Ci dicesse in faccia la Roccella che ci vogliono solo tre mesi, si deve vergognare... è una bugiarda...venisse a denunciarmi».
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