Porro torna a calpestare la dignità delle donne trans


Nicola Porro è un degno rappresentante della destra di Salvini e della Maloni. Mostrandosi sempre rancoroso e arrabbiato col mondo, non perde mai occasione di cercare di corrompere alla discriminazione i suoi neri lettori. Dunque non ci deve stupire si dica eccitato come una scolaretta perché la Buf Light non userà più una testimonial trans esattamente come chiedeva il suo amatissimo Jacopo Coghe a nome dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus.

Forse sperando di risultare il più offensivo possibile, è parlando di "birra trans" che il populista scrive:



Nell'articolo anonimo, il sito di Porro elogia la destra evangelica che ha invitato gli omofobi a boicottare chi non promuoveva odio verso le persone trans, premurandosi di sostenere che l'esistenza delle persone trans avrebbe ritenuto "un tema controverso". E così racconta che la gente non berrebbe più quella birra analcolica perché divorata dall'odio verso le persone trans:

La reazione negativa contro Bud Light è iniziata in aprile, dopo che Mulvaney ha postato un’immagine su Instagram di una lattina personalizzata che AB InBev le aveva regalato. Il post era parte di una campagna di marketing mirata a rinnovare l’immagine di Bud Light per renderla meno “mascolina”. Ma il post ha scatenato un putiferio, facendo arrabbiare i consumatori di base di Bud Light e spingendo AB InBev a mettere in pausa gli executive di marketing che avevano supervisionato la collaborazione. Più tardi, l’azienda ha tagliato centinaia di posti di lavoro negli uffici statunitensi a causa del calo delle vendite.

Insomma, la sua tesi è che la società sarebbe così omofoba da provocare danni economici a chi non discrimina come fanno loro. E dato che Porro pare ossessionato dal suo disprezzo verso le persone trans, solo pochi minuti dopo aggiunge:



Segue un secondo articolo anonimo, in cui Porro sostiene che alcune imprecisate omofobe inglesi avrebbero paura a pisciare nei cessi di un ospedale perché l'ingresso non viene vietate alle donne trans. E se Porro ama parlare al maschile delle donne trans per chiarire quanto lui ami calpestare la loro dignità, sul suo sito leggiamo:

Migliaia di lavoratori di un ospedale del Nord Est in Gran Bretagna sono stati invitati a non dimostrare empatia nei confronti delle colleghe preoccupate di dover condividere i servizi igienici con maschi biologici. Questo ordine arriva dopo che è stata distribuita una nuova guida “woke” che vieta ai capi squadra di usare frasi come “capisco le tue preoccupazioni” in risposta a qualsiasi lamentela sul tema.

Posso si lamenta anche che gli omofobi non potranno chiamare col genere sbagliato le persone trans al fine di offenderle:

Il documento di 38 pagine, applicabile a più di 8.300 medici, infermieri e personale di supporto, afferma anche che è discriminatorio non utilizzare il pronome preferito da una persona trans o non binaria.

Insomma, Porro si dice arrabbiato al pensiero che qualcuno non possa insultare i colleghi e discriminarli sul posto di lavoro. Ed ovviamente pare sentire il bisogno di andare dai suoi proseliti ad invitarli a discriminare.
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