Adinolfi Plaude a Esselunga: «Bisogna ostacolare il divorzio. Quello spot non è cianfrusaglia lgbt»

Dato che dove c'è polemica c'è Adinolfi, il divorziato romano plaude allo spot di Esselunga in cui si veicola l'idea che i figli dovrebbero sentirsi in colpa per i dissapori dei loro genitori.
Secondo un passaggio logico a noi incomprensibile, Adinolfi guarda due eterosessualità che litigano e pensa che quello andrebbe opposto ai gay. E così, dice che quello spot gli piace perché non sarebbe «cianfrusaglia lgbt». E se lui ama usare quel "noi contro loro" che fu alla base dell'intera propaganda fascista, è curioso che si lanci nell'attribuire pensieri a un'intera comunità. Sarebbe come dire che quando un eterosessualità stupra la figlia, significa che "loro" stuprano le loro figlie.

In quel suo sostenere che i reti d'odio sarebbero "libertà" di espressione" e che le opinioni sarebbero "insulti", non trascura il suo solito vittimismo. Dichiara che Esselunga sarebbe «coraggiosa» in quell'uso del gergo che tanto va di moda fra i gruppi neofascisti, concludendo che bisognerebbe «ostacolare il divorzio». Ed è l'ì che lui voleva andare a parare: la sua prima moglie andava costretta con la forza a dover stare con lui. Un'asserzione che probabilmente non piacerà alle figlie avute dalla seconda moglie, le quali si sentono continuamente dire che lui avrebbe preferito stare con chi non lo amava piuttosto che farle nascere.


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