La Lega contro le legge europea per il contrasto a pedofilia e fake-news


La leghista Susanna Ceccardi, che fece carriera proponendosi come la sindaca supportata da Gianfranco Amato che si rifiutava di celebrare unioni civili fra persone dello stesso sesso, sostiene che l'italiano di destra debba avere paura di una legge europea che serve a contrastare pedofilia, truffe online e fake-news. Evidentemente la signora ritiene che i suoi elettori possano essere coinvolti in tali pratiche, altrimenti non si capirebbe perché scriva:



Forse la signora dovrebbe informarsi, dato che DSA è a difesa degli utenti, senza alcun intento di imbavagliare la libertà di esprimersi. Citare a caso "pensiero unico" e "politicamente corretto" per spaventare i propri elettori (ovviamente citando la Cina anziché il nazismo dato che è plausibile che alcuni suoi elettori potrebbero simpatizzare per Hitler) è alquanto singolare. Ed è singolare si mostri imbavagliata davanti ad una norma che mira alla trasparenza degli algoritmi e della pubblicità, lotta alla violenza online e alla disinformazione, protezione dei minori.
E così, la Lega si propone dalla parte di disinformazione e fake-news, ma non per questo pare così propensa alla totale libertà di espressione, dato che i loro leader querelano chiunque dica o esprima opinioni a loro sgradite.

Eppure il testo non pare attaccare alcuna lecita liberà di espressione, come si desume ad esempio dal punto 84 del documento:

Nel valutare tali rischi sistemici, i fornitori di piattaforme online di dimensioni molto grandi e di motori di ricerca online di dimensioni molto grandi dovrebbero concentrarsi sui sistemi o su altri elementi che possano contribuire ai rischi, compresi tutti i sistemi algoritmici che possano essere pertinenti, in particolare i loro sistemi di raccomandazione e i loro sistemi pubblicitari, prestando attenzione alle relative pratiche di raccolta e utilizzo dei dati. Dovrebbero inoltre valutare se le loro condizioni generali e la loro applicazione siano adeguate, come pure i loro processi di moderazione dei contenuti, gli strumenti tecnici e le risorse assegnate. Nel valutare i rischi sistemici individuati nel presente regolamento, tali fornitori dovrebbero concentrarsi anche sulle informazioni che non sono illegali ma contribuiscono ai rischi sistemici individuati nel presente regolamento. Tali fornitori dovrebbero pertanto prestare particolare attenzione al modo in cui i loro servizi sono utilizzati per diffondere o amplificare contenuti fuorvianti o ingannevoli, compresa la disinformazione. Qualora l’amplificazione algoritmica delle informazioni contribuisca ai rischi sistemici, tali fornitori dovrebbero tenerne debitamente conto nelle loro valutazioni del rischio.

E nel punto 91 si fa riferimento a eventi specifici:

In tempi di crisi, potrebbe essere necessario adottare con urgenza determinate misure specifiche da parte dei fornitori di piattaforme online di dimensioni molto grandi, oltre alle misure che adotterebbero in considerazione degli altri obblighi che incombono loro a norma del presente regolamento. A tale riguardo, si dovrebbe considerare che si verifichi una crisi quando si verificano circostanze eccezionali che possano comportare una minaccia grave per la sicurezza pubblica o la salute pubblica nell’Unione o in parti significative della stessa. Tali crisi potrebbero derivare da conflitti armati o atti di terrorismo, compresi conflitti o atti di terrorismo emergenti, catastrofi naturali quali terremoti e uragani, nonché pandemie e altre gravi minacce per la salute pubblica a carattere transfrontaliero. La Commissione dovrebbe poter chiedere ai prestatori di piattaforme online di dimensioni molto grandi e ai prestatori di motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, su raccomandazione del comitato europeo per i servizi digitali («comitato»), di avviare con urgenza una risposta alle crisi. Le misure che tali prestatori possono individuare e considerare di applicare possono includere, ad esempio, l’adeguamento dei processi di moderazione dei contenuti e l’aumento delle risorse destinate alla moderazione dei contenuti, l’adeguamento delle condizioni generali, i sistemi algoritmici e i sistemi pubblicitari pertinenti, l’ulteriore intensificazione della cooperazione con i segnalatori attendibili, l’adozione di misure di sensibilizzazione, la promozione di informazioni affidabili e l’adeguamento della progettazione delle loro interfacce online.

Insomma, si parla solo di rimuovere la disinformazione e i contenuti d’odio e discriminazione, ossia contenuti che già adesso vengono rimossi. E solo qualora si palesassero delle situazioni di rischio , un Comitato potrebbe richiedere alle piattaforme di accelerare il processo di rimozione di quei post e contenuti falsi o che incitano all’odio. Pare dunque evidente che parlare di legge bavaglio sia un ritornello ormai noioso.
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