La nota del consigliere di FdI: “La piazza arcobaleno è una porcheria, inneggia ai gay che a Cantalice non ci sono”


L’ossessione omofoba di Fratelli d'Italia sta degenerando in follia. In provincia di Rieti, un consigliere del partito di Giorgia Meloni ha diramato una nota in cui sostiene che non ci si dovrebbe occupare dei diritti delle persone lgbt (che lui definisce “porcherie”) perché lui assicura che “qui” non esistono. Peccato sia esattamente quello che sosteneva anche il duce, il quale non criminalizzò l'omosessualità ma mandò i gay al confino perché si rifiutava di ammettere con i tedeschi che in Italia esistessero persone omosessuali.

Nella nota diffusa da Paolo Dionisi, consigliere comunale di Cantalice di Destra Sociale-Fratelli d’Italia, si attacca la piazza arcobaleno asserendo che:

Cantalice, una piazza che sembra inneggiare alla comunità omosessuale. Dionisi: È divisiva, faremo togliere quei colori dagli scalini. Una piazza arcobaleno, qualcuno sussurra che sia molto ben vista dalla comunità omosessuale. La Festa dell’Unità è alle spalle, così come l’inaugurazione della piazza Anfiteatro al Bivio di Cantalice, per l’occasione vestita a festa, colorata nei suoi scalini con tinte multicolore tipiche della bandiera della pace, vessillo amato dalle rappresentanze omosessuali.

In realtà i colori della bandiera rainbow sono diversi da quelli della bandiera della pace, ma evidentemente il meloniano nega anche quel fatto. Ed è abbastanza squallido che il consigliere abbai risposta alle polemiche dicendo che lui non avrebbe nulla contro i gay: «Si tratta di un’oscenità, per lo più divisiva, altro che Unità –dichiara Dionisi– Non ho nulla contro la comunità omosessuale. Comunità tra l’altro praticamente assente in questo paese, ma le tinte date per l’occasione della festa del Partito Democratico è un qualcosa di inopportuno, che sta facendo discutere, dividendo la popolazione. Perché dare un significato così forte in un paesello così piccolo? Non tutti si sentono rappresentati, ma tutti pagano le tasse».

Ecco, se lo ricordi che anche i gay pagano le tasse. E magari si ricordi che i diritti sono diritti, non sono concessioni.
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