Malan vuole incolpare interi gruppi sociali per le opinioni che hanno offeso la fan di Vannacci


Ci spiace per il senatore Lucio Malan, ma è una evidente falsità il suo sostenere che qualcuno abbia definito "violento” il logo dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus perché raffigurante "padre madre bambino e bambina". E se possiamo anche fare finta che il capogruppo di Fratelli d'Italia non sappia che quel simbolo è stato importato dalla Russia come simbolo delle lobby omofobe che promuovono odio contro interi gruppi sociali, anche in quel caso avrebbe potuto capire che quel simbolo è stato ritenuto perché rappresenta una organizzazione forzanovista che promuove omofobia e sessismo. Lo hanno spiegato in studio, quindi sarebbe bastato ascoltare per evitare di dire falsità.
Ed è alquanto scorretto che privi a tirare in ballo il tumore che ha tempo fa ha colpito l'ex candidata di Fratelli d'Italia che milita nel direttivo dell'organizzazione di estrema destra al solo fine di usare quella malattia per creare odio davanti ad una bonaria battuta sulla sua pettinatura. Ancor più se ci considera come Malan non paresse molto preoccupato per le gravi offese che la destra ha riservato alla Murgia.

E se sinora si parla di mistificazione e diffamazione verso due persone, il senatore tenta persino di sostenere che ogni suo proselito dovrebbe riversare l'odio da lui aizzato contro intere comunità che, a suo dire, andrebbero ritenute responsabili per ciò che è stato detto da altri:



Sarà che Malan si è più volte adoperato per promuovere quell'organizzazione, la quale peraltro sostiene che Putin sia il più cristiano tra i cristiani, ma arrivare a simili mistificazioni pare un'offesa al ruolo istituzionale che ricopre.
Ed è interessante osservare anche come la signora Ruiu citi Vannacci e sostenga che lui abbia ogni diritto di dire che i gay non sarebbero normali o che le persone di colore non meritino di essere italiane, ma poi frigna se qualcuno osa riservarle una parte minimale di quelle offese. Quindi la loro teoria è che loro dovrebbero essere liberi di odiare quanto vogliono e che gli altri vadano puniti se si comportano come loro?

I fatti riguardano un intervento di Maria Rachele Ruiu a La7, anche se basterebbe guardare il pezzo incriminato per comprendere che la signora Ruiu e il senatore Malan ci hanno ricamato molto. E di certo non si tratta di parole che possono essere attribuite ad un'intera comunità:


Ovviamente non stupisce che Malan non ci pensi neppure a condannare le parole d'odio che i seguaci della signora Ruiu hanno riservato a Raimo e Paone su suo invito, usando espressioni come "troglodita ignorante e capra di feminiello", "massone di merda", "stronzi schifosi", "zecche rosse", "mezz'uomo", "imbecille", "uno che lo prende nel c...", "sfruttatore del prossimo" e "pedofilo".
Malan dovrebbe essere in grado di comprendere che dare del "pedofilo" a qualcuno sia più grave che fare una battuta sulla pettinatura della sua protetta. E di certo essere paragonati a Bracchetti pare molto meno offensivo che essere definiti "non normali" dal generale Vannacci.
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