Negrini chiede ad Esselunga di produrre uno spot contro le drag queen


Se gli integralisti islamici hanno la Mecca, quelli nostrani hanno l'Esselunga. Si dicono estasiati da uno spot televisivo che accusa i genitori divorziati di far soffrire i figli, affermando che quelle immagini li abbiano portati a ritenere che bisognerebbe votare il divorziato Salvini e la non-sposata Meloni perché il duo di estrema destra vuole togliere i figli a quei gay che non hanno alcuna intenzione di separarsi. Quale sia il messo non lo sappiamo, ma sappiamo che Attilio Negrini chiede ad Esselunga di produrre uno spot omofobo che inviti i genitori a odiare le drag queen.

In riferimento ad un evento dell'Aosta Pride in cui i genitori sono libri di poter portare (o non portare) i figli ad un laboratorio prestito da una drag queen che presenterò il libro da lei scritto, Negrini sostiene che Esselunga dovrebbe invitare i genitori omofobi ad impedire agli altri di poter crescere sani e rispettosi i propri figli. E lo fa citando una tizia che parla di "cultura woke" come va di moda tra i filo-Trumpiani di estrema destra:



Ovviamente i seguaci di Negrini commentano per slogan, sostenendo che se è giusto che i preti vengano imposti nelle scuole dell'obbligo, le drag queel molesterebbero i bambini:



Anche noi vorremmo sapere perché questa gente non lascia in pace i bambini. Li usa per propaganda, li usa per negare li loro diritti e li usa persino per attaccare il diritto al divorzio. Ma se i nazisti accusavano gli ebrei delle violenze che loro perpetravano contro quella minoranza, non c'è da stupirsi che la destra incolpi gli altri dell'uso (e dell'abuso) che fanno dei bambini.
Interessante è anche come dicano sempre tutti la stessa cosa. Prima bisognava inveire contro i vaccini, poi bisognava sostenere in banco il generale Vannacci ed ora bisogna costruire polemiche inutili su uno spot. Ma mentre paiono tutti rigorosamente allineati su ogni cosa, accusano gli altri un fantomatico "pensiero unico".
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