Il leghista Pillon sponsorizza la proposta di legge di Giorgio Celsi per torturare le donne che decidono di interrompere la gravidanza


L'ex senatore leghista Simone Pillon si è accodato a Mario Adinolfi nel sostenere la proposta di legge di ispirazione ungherese presentata da Giorgio Celsi, ossia l'esponente di Ora et labora che va per ospedali a molestare le donne che decidono di ricorrere all'IGV. Da ex candidato di Adinolfi e da rappresentante locale dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, propose anche di multare l'omosessualità. Inoltre risulta anche il produttore ufficiale dei feti in plastica che Jacopo Coghe usa come gadget ai suoi raduni.

Dato che Pillon non manca mai quando c'è da imporre, vietare o limitare le libertà altrui, il leghista scrive:



La proposta sostenuta da Pillon mira a rendere obbligatorie alcune torture psicologiche nei confronti di chi decide di abortire, costringendole a dover ascoltare un suono che loro spacciano per il battito cardiaco del feto. Il testo recita:

Il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso.

Non è difficile comprendere quale sia la violenza del suo voler costringere donne, che hanno sofferto nel prendere una decisione così importante, a dover subire ulteriori vessazioni. Ed è molto squallido il fatto che le lobby di estrema destra puntino a imporre obblighi al medico e non a chi si rivolge a loro, forse ritenendo che punire chi è meno coinvolto possa garantire una maggior diffusione di quelel violenze.
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