Perché non ci stupisce che Porro sta con l'arbitro che non dà la mano alle donne?


Se e vero che il loro Benito Mussolini sosteneva che avere tanti nemici sia motivo di "onore" fascista, è veramente molto lunga lista dei nemici della destra. Lottano contro i diritti civili, contro i diritti umani, contro i figli delle famiglie gay, contro l'educazione al rispetto e contro i giudici che gli chiedono il rispetto delle leggi.
Ma tra i loro nemici c'è anche il contrasto al sessismo. Evidentemente fieri di un Salvini che usava bambole gonfiabili in rappresentazione della donna durante i suoi comizi, si affidato a Nicola Porro per sostenere sostenere sia ingiusto sanzionare il sessimo.

Come suo solito, Porro sostiene di sapere ciò che gli altri non sanno e garantisce che lui ha stabilito che non ci sia sessimo nel sessimo. E tanto ha eccitato l'estema destra, che invoca Gesù contro il rispetto della dignità femminile:



Quel "io sto con" è espressione di una destra che ritiene che su ogni tema vada creata una tifoseria. Lo hanno fatto sostenendo che bisognasse scegliere tra la giudice che applica la legge e un Salvini che vuole imporre leggi illegali, tra gli israeliani che piacciono a Pillon e quei due milioni di palestinesi a cui è stata tolta l'acqua potabile, tra i marò e le loro vittime indiane che dovevano essere ritenute di minor valore in quanto indiane. Tutto diventa un "noi contro loro" come ai tempi del fascio.

Ed è interessante la teoria di Porro sul fatto che le sentenze andrebbero valutate sulla base dei sondaggi pubblicati da Fratelli d'Italia e non sulla base delle leggi vigenti:



Quindi, stando alla sua teoria, potremmo tranquillamente abolire i tribunali e sostituirli col televoto in stile Grande Fratello.

Contro l'arbitro, Porro fa scrivere a tal Giuseppe De Lorenzo che a loro non gliene fraga niente dell'accaduto:

Partiamo dai fatti. Le telecamere riprendono Sacchi nel tunnel degli spogliatoi poco prima di entrare in campo per la partita tra Lecce e Sassuolo. L’arbitro saluta il capitano emiliano, poi si gira per fare lo stesso con quello pugliese. Nel mezzo si trova Francesca Di Monte, assistente arbitrale, che alza la mano per contraccambiare un saluto: lui però la ignora e stringe la mano al leccese Strefezza. Fine. Livello di importanza del fattaccio? Zero.

E se è vero che zero è anche l'interesse verso che dovrebbe suscitare l'opinione di Porro, l'articolo cerca di sostenere che se l'arbitro non ha salutato un maschietto che non gli ha porto la mano, allora ha fatto bene a non salutare una donna che la mani gliel'ha posta. Nella sua porrosa ricostruzione porrina dei fatti, De Lorenzo scrive:

Torniamo un po’ indietro con le immagini. Anziché focalizzarvi sulla faccia sorpresa della Di Monte, riavvolgete il nastro: quando Sacchi arriva, per prima cosa saluta il capitano dei neroverdi Ferrari e poi si gira. Avete notato? Esatto: non degna di un saluto neppure il collega (maschio, maschissimo) che lo avrebbe aiutato sull’altra linea laterale. Insomma: Sacchi non stringe la mano né all’assistente donna né al maschietto.

Se è un bene che parlino di maschietti e femminucce dato che per scrivere certe cose devono pensare che i loro lettori abbiano capacità intellettive paragonabili a quelle dei bambini dell'asilo, il video pare molto chiaro su quanto accaduto:

conclude doicenmdo:

L'articolo si conclude dicendo: «Per quello che può valere, noi stiamo con Sacchi». Ed è evidente il tentennativo di imporre una tifoseria contro ogni cosa, spiegando che loro stanno sempre con chi non ha rispetto degli altri.
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