No, non è vero che la corte inglese "ha legalizzato l'infanticidio" come afferma De Carli

Mirko De Carli, in qualità di sponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, appare abbastanza noioso nella sua disonestà intellettuale. Ossessionato dal suo dirsi in battaglia contro il mondo, oggi si vanta di come lui avrebbe lui avrebbe voluto infliggere inutili sofferenze alla povera Indi Gregory:



Se si sa che a loro piace cercare di creare false contrapposizioni, sarebbe da accertare che l'integralismo che lui rappresenta possa anche solo lontanamente essere definito "civile". Di certo, i termini da lui messi in campo parrebbero squallide mistificazioni. Infatti è falso il suo dire che la medicina avrebbe potuto "salvare vite" nel momento in cui parla di una bambina terminale ed incurabile come Indi. Ed è falso che gli altri vogliano "estirpare la sofferenza dalla storia" dato che le sue torture avrebbe potuto semplicemente inferto violentissime e crescenti sofferenze alla minore con la certezza che sarebbe comunque morta.
Quando si parla di temi così delicati, sarebbe doveroso avere l'onestà intellettuale di non inventarsi che la minore saprebbe potuta essere curata o mistificare le ragioni dell'altra parte.

Parlare di "omicidio" o di "infanticidio" davanti alla decisione di non infliggere inutili e dolorosissimi accanimenti terapeutici alla minore è fuffa ideologica. Ed è indicativo che De Carli sbagli persino a scrivere il nome di Indi, quasi volesse chiarire che per lui la minore non è altro che un oggetto da usare a fini di propaganda e per attaccare le libertà e l'autodeterminazione dei malati.

Sarebbe anche interessante comprendere chi avrebbe deciso che la sua battaglia contro donne, famiglie e gay andrebbe ritenuta "buona". Perché se è lui che se lo dice da solo, forse dovrebbe evitare di spacciare la sua opinabile percezione come se fosse un dato di fatto. E di certo non è "narrazione" la verità scientifica del quadro clinico di Indi, casomai è pura dialettica la sua mistificazione di quella realtà.