Pillon la smetta di insultare Landini e non dica bugie: nessuno ha "tentato di far esplodere un ordigno"


L'ex senatore leghista Simone Pillon pretende che si creda ad un Jacopo Coghe che dirama decine di comunicati stampa in cui vuole che si creda al suo sostenere che le "femministe" sarebbero entrate senza infrazione nella sua sede, passando indisturbate tra due cordoni di polizia, per appoggiare una bottiglia ornamentale senza innesco nella sede dell'organizzazione fondata da quel Roberto Fiore che assaltò la Cigl e sfasciò per davvero tutti gli uffici.
Ovviamente Pillon non condannò mai quella vera devastazione, ma ora urla che la sinistra dovrebbe simpatizzare con Forza Nuova per quattro scritte sulle serrande, da lui definitive "devastazioni" verso un'organizzazione che vuole privare le donne dal diritto di scelta, vuole torturare psicologicamente chi chiede l'accesso alla ivg e promuove la discriminazione degli studenti lgbt nelle scuole.

Nonostante sia ovviamente è falso che qualcuno abbia "tentato di fare esplodere" un fantomatico "ordigno" che non esiste, dato che Coghe ha pubblicato la foto di una bottiglietta usata come portacandele priva di innesco spacciandolo per tale, non ci pare neppure che scrivere "morte ai fasci" possa essere ritenuta una "minaccia di morte" come sostiene Pillon. Eppure il leghista scrive:



Di contro, Pillon non dedica manco una parola ai tanti ragazzi spinti alla morte dal bullismo omofobo promosso da Provita Onlus, preferendo negare il sessismo in difesa di chi è complice dei femminicidi. Insomma, lui sostiene che la vittima è chi porta gli altri a morire, non chi viene ucciso a causa loro. E non è strano che loro di dicano minacciando quando a morire sono solo gli altri?
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