Quante contraddizioni nella retorica di Jacopo Coghe!


Jacopo Coghe non ha ma espresso solidarietà alle vittime di bullismo omofobo. Al massimo si è battuto perché i responsabili non fossero puniti, asserendo che lui e Maria Rachele Ruiu erano certi che l'odio fosse libertà di opinione e che il contrasto alla violenza fosse "liberticida" nei confronti della loro battaglia ai diritti altrui.
Ma in quel caso lui era il carnefice e gli altri erano vittime. Ora che si auto-proclama vittima davanti ai due cori intonati delle sue vittime (perché è di questo che si parla anche se lui dirama comunicati stampa in cui dice di essere stato vittima di un "attentato terroristico"), pretende che la sinistra legittimi l'azione della sua organizzazione con la scusa del suo fare vittimismo sterile. Eppure non ci pare lui abbia mai condannato chi scrivere "gay al rogo" sui muri o che abbia mai chiesto a Salvini di condannare quelle violenze.

Eppure sono ore che lui urla che esige che la segretaria del Pd faccia quello che dice lui, perché se lui rivendica il diritto di andare in piazza a dire che i gay non devono avere i suoi stessi diritti, a lui non sta bene che le donne possano dirgli che a loro non sta bene che lui detti legge sui loro uteri:



Evidentemente incline al bullismo, Coghe sfotte anche chi osserva che la sua storiella della fantomatica "bomba" che dice dia ver ritrovato non stia bene, incitando i suoi alla violenza contro chi osa mettere in dubbio la sua parola:



Peccato che Coghe abbia omesso la realtà, mostrata nella foto che ha mandato ai media degli evangelici statunitensi per spacciare una bottiglie per una fantomatica "bomba":



Come si vede, la fantomatica "attentatrice" sarebbe dovuta passare in mezzo a quel cordone di poliziotti senza essere vista. Ed è grave che Coghe rilanci chi insulta le donne definendole "rosse" e "teppiste" nel tentativo di incolpare 500mila persone per le contestazioni delle loro 50 antagoniste:



In realtà Giorgia Meloni negò la matrice. E sinceramente non ha senso paragonare due cori e quattro fumogeni con una mandria guidata dal fondatore di Provita Onlus all'interno di una sede dei sindacati, dove hanno sfasciato computer, scrivanie e uffici.

Naturalmente la destra cerca di piagnucolare. E se diventa "attacco terroristico" un po' di vernice sul muro, diventa provocazione il fatto che il comune abbia sistemato i danni:



Insomma, non gli sta bene niente e tutto è pretesto per denigrare gli altri. Eppure, come dicevamo all'inizio, era proprio Coghe e il suo amichetto Vannacci a dire che l'odio fosse un fantomatico diritto. Evidentemente non lo è più quando non sono loro ad odiare gli altri.
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