Il parito di Adinolfi non dica cretinate: una malata terminale non è "disabile" e la sua autodeterminazione non è "mattanza" per risparmiare soldi


Se appare abbastanza evidente che il partito ultra-integralista di Mario Adinolfi vorrebbe imporci un orrendo regine in stile filo-nazista che vieti ogni libertà individuale e imponga atroci torture ai malati terminali contro la loro volontà, c'è da essere colti da conati di vomito ogni volta che usano il termine "disabile" per definire i malati terminali.
E se è vero che molti ricorderanno con orrire le patetiche sceneggiate in cui Adinolfi chiedeva a persone in sedia a rotelle di dire che con l'eutanasia li avrebbero soppressi (anche se è evidente che fosse una menzogna), è contro la libertà esercitata da Anna il loro Mirko De Carli scrive:



Per dirla come la direbbe lui, De Carli non dica puttanate ideologiche. La sclerosi multipla secondariamente progressiva non è una disabilità, come ravvisato dai giudici che hanno accolto la sua richiesta dopo un lungo anno di attese.
E chiarisca anche perché mai i diritti dovrebbero spettare solo a chi se li può comprare. Con che diritto sostiene che chi povero merita di essere torturato sadicamente perché a lui non sta bene che la sanità si prenda cura dei malati che chiedono di porre fine alle loro sofferenze?

Dalle pagine di Ravenna Today, è in qual suo solito uso ideologico della sua ambizione al predominio sulle vite altrui che l'estremista di destra sostiene che il presidente di Regione dovrebbe condannare il leghista i un'altra regione che lui accusa di non torturare i cittadini come vorrebbe Adinolfi:

La prima questione che mi viene da porre è politica: il governatore Bonaccini come commenta la scelta del collega Fedriga che si accorge di cosa fa la sua sanità di cui la Regione Friuli Venezia Giulia ha diretto controllo? Come Zaia, anche lui sostiene l’avvio della mattanza dei disabili che va sotto il consolante nome di suicidio assistito?

E già qui ci sarebbe da chiedersi se la madre di De Carli riesca a non provare vergogna nell'aver cresciuto un tale che definisce "mattanza dei disabili" la libertà di scelta esercitata da una malata terminale.
E se De Carli non si faceva problemi ad annunciare trionfalmente che lui ha aiutato il fondamentalismo organizzato a garantire impunità ai delinquenti che commettono reati d'odio (e che hanno spinto a morte anche svariati adolescenti), è con la sua solita propensione all'insulto gratuito che definisce "osceno il comunicato trionfale" con cui un'associazione "ha fatto marketing politico sul suicidio della disabile di Trieste. Celebrano un altro malato inguaribile che s’è tolto di mezzo e non dovranno essere spesi soldi per curarlo".
Anche qui siamo davanti all'ennesima minchiata ideologica. Che c'entra il costo di inesistenti cure davanti al rispetto esercitato verso la decisione di una persona che ha scelto ciò che preferiva? Ma si può arrivare a mistificare la realtà in maniera tanto violenta?

Con buona pace per De Carli, se Dio gli vorrà donare una bella sclerosi multipla secondariamente progressiva, nessuno gli impedirà di soffrire come un cane. Anzi, gli promettiamo che noi saremo in prima linea per verificare che non gli sia risparmiato neppure solo secondo di agonia. Altro che cartello "non rianimare". Ci batteremo perché sia rianimato e che sia fatto soffrire ogni umana sopportazione.
Ma inventarsi che bisognerebbe imporre sofferenze agli altri perché lui sostiene che negare il diritto all'autodeterminazione altrui possa costare di più, è una cazzata colossale. Infatti chi vuole l'eutanasia la chiede per sé, non per gli altri. E quindi è molto disonesto inventarsi che si tratterebbe di un qualcosa di imposto.

Ed è ancor più indecente che ad inventarsi quella bugia siano quello davano ragione ad un Adinolfi che si rifiutava di vaccinarsi perché non voleva che altri decidessero per lui. Eppure anche in quel caso il vaccino sarebbe costato di più, anche se Adinolfi diceva di non volerlo perché lui voleva rappresentare una minaccia per la salute altrui. Evidentemente loro pensano di avere più diritti degli altri e rivendicano ciò che vogliono sia vietato a chi deve essere reso vittima della loro prepotenza.
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