Porro torna ad inveire contro chi promuove icnlusività e rispetto


Nicola Porro parrebbe convinto che per fare intrattenimento si debba essere necessariamente razzisti e omofobi, che non dare fastidio ad una destra populista che si è inventato una fantomatica “ideologia gender” e un imprecisato “woke” per denigrare ogni scelta inclusive. D'altronde i nazisti gli avevano fregato il termine “ariano” che avrebbe ben rappresenta la loro ideologia suprematista incentrata sull'intolleranza:



Tale Massimo Balsamo rilancia la teoria di Coghe per cui la Disney andrebbe male perché l'elettore di destra è infastidito da qualunque attore non sia bianco ed eterosessuale come piace a loro:

L’incursione della Disney nell’attivismo politico non ha portato risultati dal punto di vista degli affari. Anzi. Gli ultimi film usciti in sala hanno deluso le attese e si teme un 2024 caratterizzato da fallimenti clamorosi. Impossibile non notare il totale disallineamento tra il colosso del cinema e i giusti e le preferenze dei consumatori. In altri termini, i riflettori sono accesi sull’agenda woke/Lgbt della compagnia, stroncata senza mezzi termini anche dal ceo Bob Iger.

E certo. Volevate forse che non citassero anche la fantomatica "gande lgbt" per lamentarsi di produzioni che osano veicolare messaggi positivi al posto di incitare odio. E così balsamo prosegue:

In altri termini, i fallimenti della Disney sono da ricondurre alla furia ultra-inclusiva che sta animando numerose realtà a stelle e strisce. I risultati sono lapalissiani: 1 miliardo di dollari in fumo nel 2023. Anzichè fornire intrattenimento adatto a tutte le età, i creatori della Disney hanno puntato tutto sul soddisfare determinate comunità. Basti pensare al recente “The Marvels”, in cui la narrazione è stata sacrificata per la promozione di determinati obiettivi sociali.
Guardando gli ultimi film Disney, la promozione di sesso e razze diverse sembra aver soppiantato la qualità. Insomma, meglio avere il benestare della galassia omosessuale che fare sognare il pubblico con una bella storia.

Peccato che quella sia la sua personalissima opinione, dato che al massimo è la rai che preferisce gli amici di Giorgia meloni a chi fa share e paga due milioni un Pino Insegno che fa il 3% di share.

Ma il sito di porro ha atteso i funerali dell'ennesima vittima di femminicidio per urlare che loro se ne sbattono di chi vuole contrastare il patriarcato:

Ciò che è certo è che il fondatore dello studio, Walt Disney, non riconoscerebbe questa versione della sua azienda. Disney divenne sinonimo di valori familiari con il suo primo successo, il musical animato del 1937 “Biancaneve e i sette nani”. Nel remake live action atteso nelle sale nel 2024, la classica fiaba viene stravolta con un’attrice di origini latine che se ne sbatte del principe azzurro e dichiara guerra al patriarcato. Che brutta fine.

Se è osceno vogliano dare voce a Walt Disney e attribuirgli pensieri inventati di sana pianta, non stupisce Porro tenti di sostenere ciò che dice anche Jacopo Coghe dato che la loro propaganda parrebbe avere una regia comune:



A proposito, lo saprà Porro che il suo programma non va oltre il 5% e che Augias lo ha asfaltato con il doppio degli ascolti, mentre la Gluber arriva a due milioni? Eppure lui parrebbe dare piena rappresentazione a quel razzismo e a quell'omofobia che vorrebbe imporre alla Disney. Che brutta fine.
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