De Carli a Radio24: «Non assumerei mai un gay. Mi piace la fi*a grazie a Dio»


Pare difficile commentare le nuove sparate di omofobe di Mirko De Carli, dato che l'esponete del partito omofobo di Mario Adinolfi pare ormai disposto a dire qualunque cosa pur di ottenere visibilità a La Zanzara.
Ad esempio, è andato in radio a dire che il ruolo della donna sarebbe quello «di fare la mamma» perché «la donna è fatta per essere mamma». Ha sostenuto che «la parità è una presa per il c*lo» perché lui accusa zara di trattare le commesse come «schiave» e lui preferisce «che stiano a casa a fare la mamma». Ha sottolineato che lui non spingerebbe mai un passeggino, lanciandosi poi nel definire «ebreo» uno dei conduttori perché ha osato osservare che lui pontifica ma non è sposato e non ha figli.
Dopo aver precisato che «mi piace la fi*a grazie a Dio», ha attaccato il Papa dicendo che lui avrebbe stabilito che sia male benedire le coppie gay. A detta sua, nel Vangelo di Matteo lui avrebbe letto che essere gay sarebbe «una condizione non naturale, che non va bene e contro natura».
Contro il nuovo primo ministro francese, dice che il suo essere gay dovrebbe costituire «un problema» e assicura che lui si batterebbe contro la nomina di un premier gay in Italia a prescindere, dato che il solo fatto che sia gay lo renderebbe a lui sgradito. E si vanta pure di aver insultato Elly Schlein per il suo orientamento sessuale, sostenendo che chi è gay sarebbe «una persona che ha dei problemi».
Scimmiottando quel Carlo Taorima che nel 2020 venne condannato dalla Corte di Giustizia Europea per aver dichiarato che lui non avrebbe mai assunto un gay nel corso di un’intervista radiofonica con La Zanzara, De Carli ha assicurato che il suo studio assicurativo discriminerebbe i candidati perché lui non lavorerebbe mai con un gay. Ed ovviamente dice che quella discriminazione, che la legge indica come un reato, dovrebbe essere ritenuta una sua libertà di opinione. L'importante è che chi non condivide le sue idee si guardi bene dal lamentarsi quando lui impone crocefissi nelle classi dei loro figli. E così, assicura che allo Studio De Carli di Ravenna, tutti i lavoratori sono stati selezionati sulla base della loro presunta eterosessualità perché il titolare dello Studio De Carli ritiene sia un suo diritto discriminare i lavoratori in base all'orientamento sessuale. Ed ovviamente si inventa che lui saprebbe riconoscer ei gay perché se uno è gay «lo si vede eccome».
Per fortuna, solo sul finire, chiarisce che lui è perlomeno contrario alla lapidazione dei gay.


Nel rilanciare quell'intervista, è dalla sua pagina Facebook che il signor De Carli punta al vittimismo e dice che lui si sentirebbe discriminato da chi non aiuta a discriminare. Ovviamente condisce il tutto con fantasie su "quote lgbt" o sui poveri etrosessuali che rischierebbero il posto di lavoro se commettono reati:



Ma i clienti dello Studio De Carli condivideranno la selezione del titolare, il quale preferisce valutare quanto il dipendente ami fare sesso con donne piuttosto che valutare le sue competenze?
1 commento