Il surreale tentativo del pastore Carollo di contrapporre la scienza all'incitamento all'odio razziale


Il pastore evangelico Luigi Carollo non ha mai nascosto la sua fede nel generale Vannacci e nei suoi discorsi d'odio contro gay, migranti e donne. Arrivò persino a dichiarare che il generale rappresentasse la risposta di Dio alle sue preghiere o a sostenere che il suo libro dovesse essere imposto ai bambini delle scuole.
Infuriato perché la Procura tenterà di stabilire se quei discorsi da Mein Kampf rientrino nel perimetro del grave reato di istigazione all'odio, l'evangelico si improvvisa no-vax in un surreale paragone:



Nonostante l'italiano stentato renda poco comprensibile il suo pensiero, non si capisce quale dovrebbe essere il nesso tra una verità scientifica sgradita ai neofascisti e l'incitazione all'odio per cui è indagato il suo Vannacci.

In un altro messaggio, il pastore si inventa anche che l'odio del suo venerato Vannacci sarebbe condiviso da una fantomatica "maggior parte degli italiani", i quali evidentemente non si riconoscerebbero nei nostri valori costituzionali. Ed anche in quel caso tenta di spacciare per "pensiero" quello che la legge reputa sia reato in quanto atto criminale che mira a danneggiare l'esistenza altrui.



Poiché il pastore Carollo si è pubblicamente vantato di aver denunciato chi ha espresso opinioni a lui sgradite riguardo alla sua famiglia (espresse in occasione dello scatto in cui lui e sua moglie avevano scritto messaggi a sostegno dei reati d'odio sul corpo della figlia minorenne), pare un po' strano dica che bisogna punire chi lo critica ed esaltare chi invita odio contro interi gruppi sociali.
Evidentemente il suo pensiero a senso unico prevede che lui possa imporre censure al pensiero altrui, ma ogni loro più inaccettabile espressione di violenza contro il prossimo vada ritenuta un diritto di chi odia il prossimo suo.
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