Coghe continua a inveire contro il diritto di scelta delle donne, lanciandosi in paragoni surreali


È evidente che Jacopo Coghe nutra il sogno di poter privare le donne dal loro diritto di scelta, così da poterle soggiogare e costringere con metodi coercitivi a subire le sue scelte sui loro corpi. E se è altresì evidente sia infuriato con i francesi per la loro decisione di tutelare il diritto di scelta delle donne nella loro Costituzione, ha del surreale il suo scrivere:



In realtà nessuno riteneva un "diritto" lo schiavismo, eccezion fatta per chi lo giustificava citando la Bibbia. Il fatto che schiavismo e segregazionismo non fossero un diritto, ma una riduzione coatta dei diritti civili, si evince dal fatto che siano stati abrogati con leggi ordinarie. Anche il ddl Zan avrebbe vietato quell'odio omofobico che lui chiama "diritto", così come è sempre il suo Vannacci a sostenere che l'odio sia "diritto". E non va meglio col citare anche l'antisemitismo, che da sempre è una una fissa degli estremisti di destra.
Dato che probabilmente lui stesso sa molto bene che il paragone proposto è semplicemente folle, usa la parola "considerato" che trasforma una questione di diritto in una questione di etica, ossia di qualcuno che "considera" in base alla "propria etica".
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