Il sito di Porro tenta di di sostenere che il Papa inviterebbe a provare «fastidio» verso i gay


Era prevedibile che Nicola Porro avrebbe apprezzato l'infelice uscita omofoba di Bergoglio, ma pare deprecabile abbia incaricato quel diffamatore di Max Del Papa di aizzare gli intolleranti ad un linguaggio volgare e lesivo della dignità umana:



Se non è chiaro perché mai i "progressisti" dovrebbero diventare "pazzi" per parole che danneggiano più l'immagine del Vaticano che le vittime delle invettive papali, nel cosiddetto "articolo" pubblicato sul sito di Porro non si perde tempo a dedicare quell'omofobia al loro amatissimo candidato leghista Vannacci (che peraltro nega di essere omofobo anche se tutti i suoi sostenitori sostengono di volerlo votare solo perché omofobo):

Papa Vannacci e il general Bergoglio: nell’apparente confusione dei ruoli sul gender clericale, sta il cortocircuito della sinistra che non sa più a che santo votarsi. Difatti il parà leghista in lancio su Bruxelles non ha perso un attimo: io che dicevo? Adesso che vogliono dirmi? E va già bene che, nella consueta modestia, nell’understatement che abbiamo imparato a riconoscergli, il grafomane Vannacci non dica: sono io il vero santopadre.
La faccenda è già epocale, suppurata dalle stanze vaticane, tramortite dall’ennesima uscita, è il caso di dirlo, papale papale sulla “frociaggine che è già fin troppa” e il bisogno di “ripulire i seminari da tutte quelle checche”.

Non meno indecente è che Max Del Papa paragoni i gay ad animali, sostenendo che «i seminari sono allevamenti in questo senso».
Partendo dal presupposto che sia doveroso pretendere preti eterosessuali, è rilanciano con ossessione insulti omofobo che il diffamatore al soldo di Porro prosegue:

Perché la “frociaggine” in Vaticano, nei seminari, nel clero è come la prevalenza arabo-africana a Milano, Italia: statisticamente inarginabile, incontrollabile.

Facendo squallide battute sulla vasellina in quella loro ossessione per ciò che pensano facciano i gay nei loro letti, è in un condensato di volgarità e oscenità che leggiamo:

Certo, Francesco non verrà azzannato come Ratzinger: già, le testate della sinistra organica e genderista, Ansa, Corriere, Repubblica fanno largo uso di vasellina, è il caso di dirlo, per addolcire la furibonda penetrazione bergogliana, si sperticano nell’antico esercizio del manzoniano troncare, sopire, cercano di salvare i cavoli del pampero progressista e comunista con la capra del papa tradizionalista e all’occorrenza duro, truce, dal machismo latino.

In realtà è chiunque abbia consenso che dovrebbe trovare inaccettabile l'uso di certi termini. Ma Del Papa cerca di convincere gli omofobi che la loro condizione vada ostentata. Ed immancabile è il tentativo di sostenere che i gay sarebbero pederasti:

La castità dei santi non è per i preti, quasi mai, la compressione dei sensi genera derive sensuali, vero che un ministro di Dio non può essere ricattabile per questioni di famiglia, di legami, ma lo diventa poi per situazioni più scabrose, più inconfessabili. La pederastia nella Chiesa, nei seminari! E dove sarebbe la novità?

Del Papa ci spiega poi che se l'elettore di destra può andare a prostitute o rendere l'Italia il primo Paese al mondo per turismo sessuale, il gay dovrebbe restare casto perché amare è male:

Bergoglio ha difeso spesso gli omosessuali in quanto tali, non vuole escluderli dalla ecclesia, “chi sono io per giudicarli”, apre a timidi riconoscimenti di amore casto (sapendola essere pietosa bugia), il suo machismo argentino collide a volte in modo schizoide con la comprensione pontificale; ma quello che davvero sembra irritare questo papa così umorale, a volte sconsiderato, certo non una cima di teologo, è, sembrerebbe di capire, il modus. Bergoglio, in camera caritatis, non parla di omosessuali, di persone: parla, con fastidio ostentato, di frociaggine, di checcaggine; quanto a dire l’attitudine caricata, eccessiva, fastidiosa di certo modo di porsi oggi da certo mondo gay, quello dei gay pride come carnevalate, quello delle pretese leggi liberticide in nome del vittimismo strategico, delle lobby ci sono e come e comandano, impongono la loro agenda nel mondo clericale come in quello secolare.

Insomma, i l ritornello è sempre quello. I gay ostentano, la Meloni sarebbe madre cattolica che spiattella il tradimento del non-marito sui giornali alla vigila delle elezioni. I gay farebbero "carnevalate", i leghisti sarebbero patrioti che si travestono da unno ai raduni di Pontida.
Ed è grave che il sito di Porro voglia sostenere che il Papa invito a provare «fastidio» verso i gay mentre partecipa ai raduni della Meloni.

Del Papa tenta poi di collegare nuovamente i gay alla pedofilia, anche se tutti gli studi sul tema dichiarano he non esiste motivo alcuno per sostenere che gli abusi dei preti pedofili possano in alcun modo essere collegati ad un particolare orientamento sessuale

“Nisi caste, caute”: Bergoglio, anche nella conversazione da bar, non tradisce la sua anima di gesuita: siate anche quello che siete, che sentite di essere, ma se lo tradite in un modo così osceno, qui non potete avere posto. Questo sembra il significato di un papa del quale tutto si potrà dire, ma non che sia una verginella: lui, come i predecessori, sa benissimo che la (omo)sessualità nella Chiesa non la sradichi, sarebbe distruggere la Chiesa; sa che perfino la battaglia sulla pedofilia è regolarmente persa, anche se non ci si stanca di denunciarla; sa anche, d’altra parte, che il genderismo woke di importazione americana e diffusione europea, unionista, è giunto ad un punto di non tollerabilità perfino per il clero che se lo porta in pancia e che non può, tramite i seminari, rischiare di ritrovarselo perfino esteticamente istituzionalizzato.

Sostenendo che bisognerebbe impedire l'esistenza dei gay 8come accadeva durante il neonazismo), l'articolo invita all'intolleranza i suoi lettori:

Fermo restando che neppure un papa può arrendersi al dilagare di certi modi di essere, particolarmente nella Chiesa, la questione sembra estetica, investe il modo di palesarsi della comunità arcobaleno, sempre più eccessivo in quel minestrone genderfluid di smidollata cattiveria woke, che può piacere e non piacere, che piace ormai solo all’onorevole Zan e alla Schlein che lo candida, ma che al resto dell’umanità ha rotto le palle, laiche o ecclesiastiche che siano. Que quilombo!

Firmato Max Del Papa. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
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