L’Italia non firma la dichiarazione Ue per i diritti lgbt. Esulta Pillon


Pare evidente che la signora Meloni rincorra il voto di omofobi e neofascisti. E così, mentre consegnava alle agenzie stampa un ipocrita messaggio in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omobilesbotransfobia, la nera signora si è rifiutata di sottocrivere una dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità lgbt.
L’Italia è stato l’unico grande paese Ue a non aver voluto firmare la dichiarazione, sottoscritta da Belgio, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Portogallo, Slovenia e Svezia. L’Italia della Meloni ha preferito fare compagnia a Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
La ministra Eugenia Roccella ha rivendicato con orgoglio la scelta, dicendo che lei temeva che la risoluzione avrebbe protetto le persone trans: “Non abbiamo firmato e non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell'identità maschile e femminile, che tante ingiustizie ha già prodotto nel mondo in particolare ai danni delle donne”.
Nulla di nuovo, dato che la ministra ama rilanciare la propaganda di Provita Onlus e Jacopo Coghe si è inventato che le donne dovrebbero sentirsi discriminate dalle donne trans. D'altronde il nazismo ha insegnato alle destre che incitare odio porta a facili consensi.

Esulta anche l'ex senatore leghista Simone Pillon, che in mattinata si era dichiarato eccitato dal governo peruviano che ha deciso di considerare "malate di mente" le persone transessuali:



Ovviamente ci vuole molta faccia tosta a definire "pensero" quello che è solo odio, anche se forse sarebbe troppo aspettarsi molto da un leghista che parla di "pensiero gaio".
E di certo, chi parla di "pensiero gaio" non ha "rispetto per tutti", anche se poi cita a casaccio la Gpa e la truffa "gender" per compiacersi di chi vuole privare alcuni cittadini dal diritto all'esistenza.
2 commenti