Vannacci ha sottoscritto il manifesto politico di Provita, che prevede più omofobia e meno libertà


Neppure ci fosse bisogno di dirlo, il generale Vannacci ha sottoscritto il manifesto politico dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus che lo impegna a farsi promotore delle loro istanze contro gay, donne e bambini.
Il manifesto, redatto dall'organizzazione di estrema destra, si articola in sei punti molto ideologici:



Tradotto, si contrasterà il diritto di scelta delle donne e si imporranno atroci agonie ai malati terminali contro la loro volontà. Si promuoverà l'omofobia nelle scuole e si sosterrà che il profitto vada anteposto alla tutela dell'ambiente, dato che evidentemente preferiscono risparmiare soldi piuttosto che evitare migliaia di morti causate dall'inquinamento.
Si sosterrà anche che i figli debbano essere riservati ai soli eterosessuali e che gli altri vadano resi orfani. A detta loro, chi ha due papà in altri stati andrebbe reso orfano in Italia. E se Salvini prometteva la legalizzazione della prostituzione, Vannacci si impegna a sostenere la battaglia di Coghe per vietare la pornografia con la scusa di voler tutelare i bambini.
Sono previste anche limitazioni e divieti all'uso die telefoni cellulari per i minorenni, un divieto al riconoscimento delle persone transgender e totale libertà di inquinamento.

Il manifesto di Coghe è stato sottoscritto anche da Paolo Inselvini, Nicola Procaccini, Carlo Fidanza, Maddalena Morgante, Francesco Carducci Artenisio, Antonella Sberna, Federica Picchi, Piergiacomo Sibiano, Mariateresa Vivaldini, Sergio Antonio Berlato, Elena Donazzan, Denis Domenico Nesci e Stefano Tozzi candidati per Fratelli d’Italia. Roberto Vannacci, Alessandra Basso, Claudio Borghi, Paolo Borchia, Susanna Ceccardi, Oscar Lancini e Anna Menghi candidati per la Lega. Francesca Peppucci, Rosaria Tassinari e Antonio Platis candidati per Forza Italia - Noi Moderati. Cristina Zaccanti, Désirée Merlini, Mirko De Carli, Vito Comencini, Maria Verita Boddi, Barbara Figus e Ugo Rossi candidati per Libertà.
Contrariamente a cinque anni fa, Giorgia Meloni ha preferito non firmalo.

Si vanta di aver aderito al manifesto anche Mirko De Carli, esponente del partito di Adinolfi. In passato volarono stracci tra il leader omofobo e l'organizzazione forzanovista, ma evidentemente tutto fa brodo quando si vogliono i voti degli estremisti anti-gay:

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