Vannacci scappa davanti ai contestatori, ma la Lega fa il solito vittimismo


La Lega sostiene che la "vera censura" non sarebbe rappresentata da un Salvini che mandava i vigili del fuoco a rimuovere gli strisciolini dei suoi contestatori, ma da chi osa contestare il loro candidato. Poiché che Vannacci se l'è data a gambe temendo che i suoi slogan contro gay e stranieri possano essere fischiati, il partito Leghista si inventa che una inaccettabile libertà di parola metterebbe a rischio la propaganda del generale per cui i gay "non sono normali" dato che lui ha deciso che "non si nasce gay" e bisogna essere di pelle bianca per meritare di essere italiani.

Ricorrendo quello stucchevole vittimismo che vede la destar che frigna in continuazione 8anche perché di meriti da vantare non parrebbe averne), scrivono:



Certo, anche i nazisti sono andati avanti con le loro idee. ma se lui pretende di poter dire cose assurde, dovrebbe accettare che altri possano dirgli ciò che pensa. Non è che gli altri vanno costretti a prendere per buono quello che dice lui solo perché lo dice lui, altrimenti saremmo in dittatura.
Magari i leghisti conoscono poco la nostra lingua, ma forse qualcuno potrebbe spiegargli che la "censura" viene dall'alto al basso: quella che arriva dal basso all'alto è "contestazione". Il loro definire "censura" una lecita espressione democratica di dissenso è molto pericoloso, degno dei loro amici ungheresi.
Commenti