Ci spiace per il pastore Carollo, ma nello studio da lui citato non c'è scritto che i gay direbbero di essere tali "per moda"


Il pastore evangelico Luigi Carollo si era lanciato nel sostenere che il numero dei gay starebbe aumentando, anche se non pare difficile capire che non è il loro numero ad aumentare ma è il numero di persone che si sente costretta a nascondersi che sta diminuendo. Ma sosteneva anche che «la maggior parte» dei gay dichiarerebbe di essere gay «per moda, visto l'importanza mediatica». Gli altri sarebbero gay «per provare cosa è vietato», «perché avvertono una identità non biologica» o «per rompere i tabù fino a quando diventa normalità». Sosteneva anche che la bisessualità non esisterebbe e che i bisessuali direbbero di far sesso con persone del loro stesso genere per «attrazione emozionale». A suo dire, solo «una minima parte dice che si nasce così», commentando tale asserzione con un «e meno male».

A fronte di alcune nostre ripetute richieste, oggi dichiara che quei dati sarebbero contenuti in un documento intitolato "Ipsos lgbt+ pride study 2023 global survey":



Ebbene, noi quel documento lo siamo andati a cercare, ma non abbiamo trovato ciò che lui afferma. Vediamo che il 64% degli italiani è favorevole alle adozioni per le famiglie gay, che in Italia molti gay devono nascondersi per colpa degli omofobi, ma non troviamo neppure dove lui sostiene venga chiesto ai gay di affermare perché sarebbero tali. Quindi, benché meno, comprendiamo da dove lui avrebbe dedotto che i gay dichiarerebbero di essere gay solo per fare dispetto agli omofobi o "per moda".

Il messaggio da lui pubblicato era questo:



In realtà si parla del 9% di gay, quindi non è chiaro da dove lui abbia preso quel 20%. E c'è solo da sperare non si sia appellato a quel grafico, dato che non indica minimamente ciò che lui gli attribuisce.
Il grafico da lui pubblicato riguarda la percentuale di persone che si dichiarano gay suddivise per generazione, mostrando semplicemente che i giovani fanno coming out con maggiore facilità rispetto ad un tempo.



Se la sua "fonte" fosse questa, parrebbe inventato di sana pianta il suo asserire che «la maggior parte» dei gay dichiarerebbe di essere gay «per moda», «per provare cosa è vietato», «perché avvertono una identità non biologica» o «per rompere i tabù fino a quando diventa normalità».

Scopriamo anche che il suo "sondaggio fatto negli Usa" è in realtà un sondaggio condotto da una organizzazione francese in 30 stati, tra cui Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Singapore, Sud Korea, Spagna, Thailandia e Usa. Quindi, persino l'attribuzione non corrisponde a verità.
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