Il pastore evangelico insulta il Cuneo Pride: «Situazioni imbarazzanti per i nostri figli»


Non se ne può davvero più degli insulti gratuiti che il pastore evangelico Luigi Carollo continua a vomitare contro i gay, ancor più quando l'autore di quelle perverse diffamazioni si vanta di aver fatto processare chi osava criticare la sua famiglia per aver scritto messaggi a sostegno dei crimini d'odio sul corpicino indifeso della figlia minorenne.
Dopo aver sostenuto che i gay sarebbero «opera di Satana», oggi si lancia nell'affermare che i Pride sarebbero «situazioni imbarazzanti per i nostri figli». Ed è inutile spiegare quale sia la violenza e la perversione di chi usa i bambini come mezzo di offesa.

Ciò detto, ci permettiamo di osservare che a noi pare molto più imbarazzante il bigottismo che lui attribuisce ai suoi figli. E non ci pare neppure che lui abbia esternato imbarazzo quando il suo amato Trump ha usato i soldi della sua campagna elettorale per pagare il silenzio di prostitute con cui tradiva la moglie incinta.

Dato che Carollo sostiene che Vannacci sarebbe una risposta alle sue preghiere e dato che si è spesso prodigato per promuovere l'estrema destra, probabilmente non dovrebbe stupirci si dica tutto eccitato perché la giunta leghista di Regione Lombardia non ha promosso chi sostiene i diritti civili:



Quasi a voler incitare i suoi proseliti ad irridere i partecipanti, l'evangelico si è premurato di essere il primo a scegliere faccette che potessero risultare molto offensive:



Segue il consueto articolo omofobo scritto da quel militante di Fiamma Tricolore che viene finanziato dalla sua chiesa. Ed il testo pare quasi comico, dato che Rovera si dichiara imparziale mentre invita i suoi lettori a sostenere che i gay sarebbero antipatici perché non tacciono quando loro li insultano o li aggrediscono:

In pieno spirito pluralista abbiamo intervistato il Presidente di “Granda Queer”, Elisabetta Solazzi, che ci ha dichiarato: “Purtroppo gli atti di omofobia, lesbofobia, transfobia, sono ancora all’ordine del giorno perché i diritti non sono ancora scontati per tutti; c’è ancora bisogno di far vedere che ci siamo”.
Parole senz’altro opinabili dal momento che a Cuneo non ci risultano episodi di omofobia e che nelle caserme – grazie a Dio – non ci sembra vi sia la coda di omosessuali che vanno a denunciare episodi di violenza.
Dietro ai Pride vi è sempre quell’alone di vittimismo ideologico che la Lobby LGBT porta avanti da decenni.
Come giornale abbiamo sempre denunciato qualsivoglia forma di violenza, sopraffazione e prevaricazione, senza esclusione di nessuno. Il voler essere sempre “vittime” a qualunque costo non fa che rendere la Comunità LGBT antipatica ai più.

In realtà non ci risulta abbiano mai dato notizia di una aggressione omofoba, ma tantissimo sono gli articolo da loro pubblicati per promuovere omofobia. E se ormai pare che il negazionismo sia la nuova fede religiosa di una certa destra, forse basterebbe leggere le porcherie che pubblicano sul quel sito per capire che l'omofobia esiste e che loro ne sono promotori.

Ovviamente Roveda cerca di tramutare la sua mistificazione in un invito a votare il loro veneratissimo Vannacci:

Prova ne è che a questa terza edizione, complice anche una copiosa grandinata, i partecipanti non si sono neppure avvicinati al migliaio. Calcolando che Cuneo ha 56.000 abitanti e che con i comuni confinanti supera tranquillamente la soglia dei 100.000 residenti, possiamo dire che è stato un flop non da poco.
Evidentemente, anche a Cuneo, tanti cittadini la pensano come il Generale di Divisione Roberto Vannacci, candidato indipendente nella fila della “Lega”, che nel suo “Il mondo al contrario” ha detto della Lobby LGBT ciò che molti pensano ma pochi dicono.

Chissà se Roveda crede davvero a ciò che scrive, dato che simili affermazioni parrebbero andare oltre al ridicolo. Ma anche qui sappiamo bene che alla lobby evangelica piace parlare di una fantomatica "lobby gay" perché il termine potrebbe corrompere al pregiudizio quei disinformati che nutrono paure irrazionali dettate dall'egoismo. Ed infatti ben più verosimile è il suo sostenere che lui vorrebbe che i suoi privilegi fossero anteposti ai diritti degli altri:

Il fatto che anche i politici abbiano disertato l’iniziativa, nonostante si sia in campagna elettorale per le Regionali del Piemonte e per le Europee, fa riflettere. Con tutta evidenza la politica ha capito che prima dei diritti civili bisogna tutelare i salari, la casa, il lavoro, la sanità e la sicurezza pubblica.

Si sa che puntare sull'egoismo fa molta breccia tra omofobi e neofascisti, anche perché si parla di persone che si mostrano particolarmente eccitate da chi che racconta che i loro più bassi istinti sessuali dovrebbero essere fonte di privilegi. Infatti tutti i leader di destra non promettono mai diritti ma solo privilegi, dato che l'egoismo è quasi una chiave di volta della loro retorica.

Roveda tenta poi di sostenere che non ci sarebbe omofobia nell'omofobia del suo Vannacci, arrivando persino a negare che la Lombardia leghista sia in mano alla Lega da decenni:

In conclusione, abbiamo chiesto al Presidente di “Granda Queer”, cosa pensa delle parole del Generale Vannacci e di Matteo Salvini sulla Lobby LGBT. Ne abbiamo ottenuto una risposta secca e stringata: “Sono persone faziose”.
Non sappiamo se il Generale Vannacci e Matteo Salvini sono faziosi e se sono davvero “omofobi” come qualcuno li descrive.
Di certo c’è che in una città amministrata dal “Partito Democratico”, in una provincia il cui Presidente è vicino alle idee politiche di Carlo Calenda, in una Regione governata da “Forza Italia”, partito da sempre vicino al mondo LGBT, il fatto che al “Cuneo Pride” vi fossero più Forze dell’Ordine che militanti ed attivisti del circuito arcobaleno la dice lunga.

La dice lunga anche la faziosità di Roveda, capace persino di negare l'ovvio pur di farsi promotore di una violenta discriminazione incostituzionale. E chissà perché Carollo non ipotizza che siano simili scritti a dover essere fonte di imbarazzo per i giovani.

Ciò detto, il militante di Fiamma Tricolore ha omesso altri dettagli. Ad esempio, non scrive che un forte temporale ha compromesso la manifestazione. Ed anche sul numero dei partecipanti troviamo certe discrepanze. Benché meno si comprende l'origine del suo scatto, dato che lì non piove e neppure si tratta delle strade attraversate dal corteo:



Non sarà che Roveda abbia pensato in modo luciferino che per diffamare i partecipanti sarebbe stata una bella idea fare foto a gruppi in soste anziché alla parata? E che dovremmo dire noi della scarsa affluenza alle manifestazioni contro le donne organizzate dal pastore Carollo?



Se lui irride centinaia di manifestanti sotto la pioggia, che dovremmo dire delle sue unità sotto al sole?
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