Pillon fa il fariseo davanti alla morte del Papa. Poi aggiunge: "Il 25 aprile è una carnevalata rossa"

Il leghista Simone Pillon sostiene di essere "cattolico". E già qui ci sarebbero molteplici argomentazioni per poter dissentire. Ma lui assicura che sarebbe sufficiente andare a messa per meritarsi quel titolo e per poterlo sbandierare mentre si fanno morire migranti in mare, si ostacola il contrasto all'odio o si va a prostitute dopo una bella deportazioni stile trumpiano.
Secondo lui, dovremmo pensare che Gesù preferisca chi vada a messa a chi fa del bene. Evidentemente l'ex senatore leghista non ha ben compreso la parabola del fariseo e del pubblicano, il che rende abbastanza presuntuoso il suo strillare che lui andrebbe considerato l'unico interprete del messaggio di Papa Francesco. Un titolo che sinceramente appare molto azzardato per chi andò ad Israele a benedire quello che Papa Francesco ha definito genocidio.
Sfoggiando i suoi soliti toni rancorosi e supponenti, scrive:

Con buona pace per Pillon, basterebbe osservare il suo dare dei "sinistri" agli altri per mettere in dubbio il suo percepirsi "cristiano". E non meno opinabile è che a volersi imporre come interprete del messaggio divino sia un tale che sostiene che salvare vite nel Mediterraneo sarebbe meno importante che andare a messa. Avesse ascoltato il Papa, forse saprebbe cosa disse Francesco di quei cattolici che vanno a messa per poi dimenticarsi del Vangelo non appena usciti dalla chiesa.
Di certo, parrebbe abbastanza assurdo accettare il suo dire che sarebbe compito suo dare interpretazione al messaggio di papa Francesco, dato che i leghisti hanno ignorano tutti i suoi moniti sull'accoglienza e nella sua commemorazione ha esaltato solo la pessima uscita sulla "fr*ciaggine" quale primo ricordo del suo pontificato.
La realtà è che l'attuale destra è l'antitesi di quello che predicava Papa Francesco, anche se Pillon fa l'arrabbiato perché gli è stato spiegato l'ovvio.
Non meno vergognoso è come Pillon dica che festeggiare la caduta del fascismo sarebbe una "carnevalata di sinistra". Non solo fa sorridere che a dirlo sia un tizio che andava alla sagra di Pontida insieme a dei razzisti travestiti da unno, ma pare un insulto a tutti quei sacerdoti che persero la vita a causa dei nazisti.
Ma forse Pillon non vuole si possa ricordare il loro sacrificio davanti alla possibilità di sfruttare un cadavere per attaccare gli antifascisti. E chissà se sfrutteranno i giorni di lutto per deportare altri migranti in Albania in sfregio agli appelli del Papa...
Definire "una carnevalata rossa" la commemorazione della liberazione dal nazifascismo è un'affermazione grave. Pillon vuole forse sostenere che le destre non credono di dover festeggiare la fine del regime? Sta dichiarando che loro sono contro la libertà e la Repubblica?