Coghe si inventa che uno svizzero sarebbe finito in carcere per un post omofobo. Ovviamente non è così


Cone ogni estremista di destra, anche Jacopo Coghe ama fare vittimismo quasi quanto ama offrire la sua falsa testimonianza. Nel suo ideologico racconto, la vittima non sarebbe tanto chi subisce discriminazione, ma l'hater che non sarebbe libero di poter danneggiare la vita agli altri per mero odio.
E così, oggi si è inventato che un omofobo svizzero sarebbe finito in carcere per una frase discriminatoria. Peccato non sia vero, dato che ci è finito per essersi rifiutato pagare la sanzione a cui era stato condannato per il post in oggetto. Ed è indicativo anche che Coghe non abbia riportato per intero il post, dato che il suo eroe chiudeva la frase asserendo: "tutto il resto è una malattia mentale promossa attraverso i programmi scolastici".



Anche guardando lo scheletro di un europeo e di un marocchino non si ravviserebbero differenze, ma il suo Rossano Sasso sostiene lo stesso che si dovrebbero attuare deportazioni su base etnica. Evidentemente la loro teoria vale solo per giustificare la discriminazione di chi ha un genere a loto sgradito, cercando di ingannare gli ignoranti parlando di sesso come se fossero sinonimi.
Consuderando poi come Jacopo Coghe si diletti a querelare chiunque lo critichi, è strano pretenda che il gay o la persona trans dovrebbe stare in silenzio se un violenti le definisce "malati mentali" nonostante l'evidenza scientifica è che il vero malato malato è l'omofobo.
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